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AlexFromTheBlock e la sua Ke Lo Ke sono uno spaccato di vita quotidiana

Non è la solita storia del ragazzo che viene da Secondigliano e vuole salvare il mondo, anche perché le favole non esistono. Esiste la realtà ed è quella che Alessandro Manna, in arte AlexFromTheBlock ha portato in scena con Ke Lo Ke, canzone prodotta da Voluptyk. Un beat forte, che picchia senza fermarsi un secondo, una serie di rime che manifestano uno spaccato di vita quotidiana di una fetta di ragazzi molto consistente a Napoli e nel resto d’Italia.. Gente a cui vengono offerti pochissimi mezzi per trovare e costruire la propria arte.

E allora, come spiega Ke Lo Ke, il Mon Frére in questione ‘non ha un padre a casa, non c’ha manco un euro in casa, prova tutti i metodi del mondo per guadagnare poco a settimana’. La fantasia di ciò che potrebbe essere, si scontra con una questione più complessa, quella del ‘qua giù ci sono tutti i tipi di drugs’ o del ‘fare i gangster’.

AlexFromTheBlock ci illustra la sua Ke Lo Ke

Il video prodotta da Element illustra alla perfezione cos’è Ke Lo Ke di AlexFromTheBlock. E’ uno spaccato di realtà di ragazzi che stanno insieme, vogliono emergere, c’è chi sfoggia una moto imponente e chi sfreccia con l’auto. Un po’ di malandrinate che a vent’anni non fanno mai male, che precedono un Alex da solo in un garage che canta ‘qua giù non c’è amore’, a simboleggiare il sentimento positivo che non ha trovato da nessuna parte. Gli resta la solitudine, che si manifesta quando il protagonista riflette, pensa a se stesso, anche quando la tipa gli mostra il suo OnlyFans.

Ke Lo Ke non è una canzone da libro cuore e non lo sarà mai. Nel testo e nelle parole si percepisce rabbia, ma è quella rabbia di chi vuole emergere perché cerca l’amore, l’affermazione, il bisogno di esprimersi non sentendosi fuori luogo. Tutto ciò esposto in modo aggressivo, così come richiede il beat e lo stato d’animo di chi ascolta AlexFromTheBlock, che non fa altro che pensare ai ‘sacrifices pour la famille’.

Nico Bastone

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