Giovani e però anche forti: perché il futuro è adesso, è sempre, e va affrontato pescando il meglio che offre il mercato. Il giro del mondo è cominciato da un bel po’, ma prim’ancora di mettersi a vagare per campi di calcio, il Napoli s’è fermato a Pescara: accadde un anno fa, poi è successo ancora, e Insigne è stato il tramite per aver conferme su sul difensore Marco Capuano (21) e sul centrocampista Marco Verratti (20), su quei ragazzotti già catalogati e poi tenuti sotto osservazione.
UN ANNO DOPO – Capuano, dunque: ad agosto del 2011 sembrava vestito d’azzurro, un investimento mirato e prospettico, un ragazzone capace di spingere come un indemoniato sulla corsia di sinistra. Poi è arrivato Zeman e l’esterno è stato trasformato in centrale, un’opzione in più per gli estimatori: Bigon s’è goduto il Pescara a più riprese, è andato a vederlo da vicino una volta – con il Padova – ma quel giorno non c’era Capuano, però brillò Verratti. E scoppiò la scintilla. La svolta a inizio maggio, con De Laurentiis che interpella prima Zeman e poi Sebastiani, con il quale entra nei dettagli, svelati dal presidente abruzzese: «Diciamo che con il Napoli potrebbe rafforzarsi questa collaborazione che è già in corso. E magari questi due ragazzi, che piacciono tanto al club partenopeo, potrebbero anche restare ancora una stagione con noi».
LA SFIDA – Verratti, quindi: era un trequartista, s’è ritrovato in cabina di regia, inventato dal «boemo». Il play maker calcistico e moderno, il Pirlo del domani con una carta d’identità in linea con il progetto del Napoli, che ha spinto De Laurentiis ad andare oltre, a entrare in competizione con Juventus e Inter, interessati al talentino.
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