Tanto di cappello, Casa Napoli regina del mercato con sua maestà Aurelio De Laurentiis sul massimo trono degli affari di giugno e luglio. Finora è così, nessuno ha fatto meglio del Napoli. Tra le grandi il club di Castelvolturno ha bruciato Milan, Inter, Juventus e Roma, potenziando la squadra del cuore attraverso gli arrivi in azzurro di Fernandez – acquistato a gennaio insieme con Ruiz – di Donadel (parametro zero), Dzemaili, Rosati, Inler e buon ultimo l’uruguagio Britos, presentato ufficialmente nel primo pomeriggio di ieri, con il patron in cattedra e nel ruolo di Catone il censore, nel momento del suo attuale trionfo, cementando comunque il suo discorso di vistose contraddizioni e personali beatificazioni. E’ lui il re del calciomercato 2011 e non lo nega: «Nel momento in cui sono sceso in campo le trattative sono state tutte facili». D’altra parte è così, finora il Napoli ha speso più di tutti, una quarantina di milioni di euro, proiettato come è nella costruzione di un team di valore maggiore. Ecco dove vuole arrivare De Laurentiis: «Dobbiamo guadagnare un posto tra le grandi d’Europa. Oggi siamo 94esi nelle classifiche mondiali. Ciò la dice lunga su quello che abbiamo fatto e che c’è da realizzare ancora».
Le operazioni non si sono ancora concluse, anche se ieri sera il club ha ufficializzato l’arrivo di Santana dalla Fiorentina e di Colombo, terzo portiere dalla Triestina: c’è un attaccante da prendere nel ruolo di vice Cavani e c’è da chiarire il futuro immediato di Gargano. E poi c’è il rischio di perdere Lavezzi, per la clausola rescissoria. De Laurentiis ha precisato i particolari nel nuovo show personale: «Per la prima linea ci metterò una pezza. Vorrei sperimentare un ruolo diverso per Lucarelli, un uomo vero, lo vedo di più come ambasciatore del Napoli».
Gargano con un piede dentro e l’altro fuori: «Mi è simpaticissimo, un amico. Ci sono delle richieste ma non è detto che andrà via». Il Pocho in coda: «Un errore la clausola rescissoria. Se viene qualcuno con 32 mln di euro e lui dice che qui non ci vuole stare più, ce lo portano via. Ecco perché nei contratti non inseriremo più tale clausola».
Fonte: Leggo
La Redazione
M. V.
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