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AIC, Calcagno: “Giocare di pomeriggio impossibile al Sud. Al San Paolo l’Inter non manderà la Primavera”

"Diritti TV? Possono essere risolti solo dal Governo"

Umberto Calcagno, vice presidente AIC, è intervenuto ai microfoni di ‘Punto Nuovo Sport Show’, trasmissione in onda su Radio Punto Nuovo.

“La nostra posizione è abbastanza chiara, dovrebbe essere una posizione di sistema, non solo dei calciatori. Giocare alle 16:00/16:30 in certi periodi dell’anno diventa un problema al Sud, ma anche altrove. È un modo per tutelare la salute dei calciatori che saranno sottoposti ad un tour de force, impiegarli in quegli orari potrebbe significare metterli ancora più a rischio. Credo sia interesse di tutti preservare i nostri calciatori che in un finale di stagione così difficile potrebbero avere infortuni sopra la norma. Giocare in due fasce orarie e spalmare le partite da giocare? Non abbiamo avuto riscontri su questo, la nostra richiesta è togliere lo slot del pomeriggio e giocare soltanto nei due pre serali e serali. Contratti? Bisogna capire cosa si può fare giuridicamente. Noi abbiamo la responsabilità, come sistema sportivo, di non invadere campi che non ci competono. Se si scrivono cose non sostenibili giuridicamente, diventano anche impugnabili. La mia idea, condivisa da tanti colleghi avvocati, è che non si possa influire su rapporti privatistici di lavoro e che quindi non può esserci un ente esterno che modifichi unilateralmente la durata del contratto. Ad oggi, per come si sono sviluppate le raccomandazione della FIFA, dovranno essere le due o tre parti coinvolte – nel caso in cui il calciatore ha già un accordo con un’altra società o per un prestito – a prendere una decisione. Preoccupazione di calciatori per la Coppa Italia? Siamo in un contesto eccezionale e bisogna capire se ci sono alternative sulle tempistiche per giocare. La preoccupazione non è solo dei calciatori coinvolti per primi nella ripresa, ma è una preoccupazione generale. Non dobbiamo dimenticare che vengono da un periodo di lavoro diverso dal solito. È vero che oggi gli staff hanno un livello di preparazione elevatissimo con il quale hanno permesso allenamenti anche da casa, ma è un lavoro differente da quello che si fa sul campo. È una preoccupazione generalizzata che deriva dal fatto che nessuno dei calciatori ha esperienza rispetto ad un periodo di inattività così lungo, c’è timore perché ci si trova per la prima volta in questa situazione. Diritti TV? Possono essere risolti solo dal Governo. Gli interessi economici in gioco sono elevati e non è giusto che qualcuno si avvantaggi o venga svantaggiato dalla ripresa. La ripresa è funzionale nel far ripartire il sistema, compresa Serie B e Serie C. Dare continuità è fondamentale, mi aspetto che sotto questo punto di vista si trovi una sintesi quanto prima. Primavera dell’Inter al San Paolo? Al di là delle minacce, lo spostamento delle ultime date, possa risolvere i problemi. Non credo si darà seguito a questa situazione, certamente ci sarà chi si troverà svantaggiato, ma è una situazione difficile da ottemperare in maniera equa per tutti”

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