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AIA, Nicchi: “Tecnologia? Si spendano i soldi per i settori giovanili! Media? Maturino…”

"Quello del Milan contro il Catania non era gol. Favorevole ai giudici di porta! Gli arbitri rilasceranno dichiarazioni a fine partita quando i media saranno maturi"

ROMA – «Non è gol quello del Milan a Catania. Comunque accettiamo le critiche quando sbagliamo». Il n.1 dell’Aia Marcello Nicchi è intervenuto questa mattina a Sky TG24 per chiarire l’episodio del tiro di Robinho, che ha riacceso le polemiche sui «gol fantasma». «Siamo favorevoli all’arbitro di linea, non saranno gli arbitri ad ostacolare questo progetto», ha aggiunto. Duro poi il suo giudizio sui media: «Quando gli arbitri parleranno a fine partita? Quando i media saranno maturi come lo siamo già noi». 

Non dipende dagli arbitri. «La tecnologia? Sono sempre bene accette le cose che ci possono aiutare, ma non dipende degli arbitri introdurre qualcosa di tecnologico, se arriva siamo i primi ad essere felici, se serve per eliminare le discussioni. Gli arbitri di linea? Più occhi hanno la possibilità di vedere di più, ma più occhi interpretano diversamente da una telecamera. Se c’è questa possibilità gli arbitri non saranno quelli che ostacoleranno questo progetto», ha spiegato Nicchi, che si è detto favorevole all’introduzione dei giudici di porta o alla tecnologia per giudicare il gol fantasma, sottolineando però che non è certo l’Aia che può decidere.

La lettera di Galliani. Nicchi, parla il giorno dopo la lettera inviata dall’amministratore delegato del Milan, Adriano Galliani, al presidente della Figc, Giancarlo Abete, chiedendo l’introduzione dei giudici di linea dopo i due gol fantasma che hanno penalizzato i rossoneri. «Su quello di Milano c’è poco da discutere e da commentare, è un errore anche grossolano, abbiamo iniziato a studiare come è potuto accadere. Per il secondo, quello di Catania, parliamo di niente nessuno può dimostrare che quello è gol, non è dimostrabile, non è gol quindi di cosa parliamo?», si chiede il presidente dell’Aia a Sky Sport24.

Positiva comunque la reazione alla lettera di Galliani. «Finché le cose rimangono in un ambito di educazione e correttezza – ha osservato Nicchi – noi accettiamo le critiche e da queste prendiamo forza. È umano che in società che cerca di lavorare, come noi, per raggiungere il massimo, ci siano dei momenti di amarezza. Niente da eccepire per come sono state messe in evidenza. Accettiamo le critiche ma quando facciamo bene ci piacerebbe venisse detto».

Lontana la possibilità che un arbitro parli dopo una partita. «Gli arbitri ai microfoni nel dopo gara? Eravamo molto vicini, ma dopo gli ultimi fatti dobbiamo rallentare. Oggi non è ancora il momento. Se dopo un errore, che può capitare, se ne continua a parlare per 5 mesi vuol dire che non siamo ancora maturi per questa novità. Sento poi troppe telecronisti che fanno la telecronaca dell’arbitraggio, non va bene, perchè quello che accade in campo non è quello che si vede dalle telecamere», ha detto Nicchi che poi torna nuovamente sulla tecnologia. «La tecnologia del gol-non-gol se arriva siamo contenti, ma bisogna chiedersi: ne vale la pena spendere questi soldi solo per la serie A, e magari avviene un solo episodio in stagione? O conviene investire questi soldi nei settori giovanili?».

Fonte: Il Messaggero

La Redazione
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