Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, il presidente dell’Aia Marcello Nicchi ha parlato della ripresa del campionato dal punto di vista arbitrale. Di seguito alcuni stralci: “Porte chiuse? Quando li ho sentiti, dopo queste tre partite, i nostri arbitri mi hanno manifestato una grande emozione per il fatto che si giocava e si arbitrava in un ambiente surreale: è più difficile farlo in uno stadio vuoto che di fronte a 80 mila persone. È più dura trovare la concentrazione e l’equilibrio, la giusta misura nelle interpretazioni e nel colloquio con i giocatori. Detto questo, direi che meglio non si poteva fare”.
Sulle prime gare ed il cambiamento post-lockdown: “Gli arbitri hanno preso le decisioni giuste, ma c’era una collaborazione mai vista prima. Le partite che si sono giocate erano importantissime perché portavano nel mondo il modo di fare degli sportivi italiani e davanti al mondo abbiamo fatto la nostra figura. […] Le catastrofi lasciano sconvolti, poi nasce una rabbia positiva che porta a migliorare. Sono convinto che ne usciremo più cauti e più riflessivi, o almeno me lo auguro. Tutti guardano al rettangolo di gioco, i primi esempi positivi dobbiamo darli dal campo. E allora basta con quelle proteste che non servono a niente. Vorrei non vedere più i capannelli e magari qualche sorriso in più da parte di tutti, qualche pacca nelle spalle in più”.
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