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Adriano Bacconi: “Vittoria utile,ma la difesa deve essere ripensata”

Il match contro il Novara ai raggi X

Una vittoria utile per molti motivi. Innanzitutto dopo 43 giorni di astinenza per ridare un po’ di autoefficacia ai giocatori usciti parecchio malconci dalle sconfitte in Champions e campionato. In particolare Cavani e Hamsik il cui rendimento contro Chelsea e Juve aveva lasciato abbastanza perplessi. Poi per verificare le condizioni fisiche della squadra e di Maggio la cui assenza nelle partite chiave è stata fin troppo enfatizzata. Infine per sperimentare un assetto più solido, forse con meno acuti dei tenori ma più consistenza a metà campo. Pensando alla finale di Coppa Italia e alle difficoltà patite con Juve e Lazio una mediana con più muscoli e meno spazi per le scorribande avversarie potrebbe essere una buona idea.
Certo non è tutt’oro ciò che luccica. La difesa non ha corso grossi pericoli, ma solo per i clamorosi limiti dello sparring-partner. È il concetto di «difesa a uomo» che andrebbe messo in discussione in sede di rifondazione, guardando al futuro anteriore e non solo agli obiettivi stagionali ancora aperti.
Al 10′ del primo tempo. Il Novara inizia l’azione da dietro. Si vede subito dall’alto un Napoli lungo con Cavani e Hamsik in pressione alta ma con i difensori bloccati a 30 metri dalla propria porta. In questa situazione la gestione della fase di non possesso si complica. Inler si allarga inseguendo Porcari, Gargano è lontano sull’out opposto sulla scia di Jensen. Aronica bracca da presso Caracciolo. Sponda dietro scolastica e lancio lungo linea per Porcari a destra. Mascara al centro attacca l’area. La difesa del Napoli si spacca coi 3 elementi messi in modo anomalo in verticale. Campagnaro molla Mascara per andare a rincorrere Porcari. Gargano si butta all’inseguimento dell’ex. Inler è fuori gioco. Sul cross nessun azzurro è posizionato in modo utile. Per fortuna l’assist di Porcari è corto e Mascara non protegge la palla dal ritorno generoso di Gargano. Ma la pochezza del Novara non nasconde le lacune. Contro un avversario di spessore diverso la partita sarebbe stata già in salita.
Servirebbe un’organizzazione difensiva più logica. Una difesa più alta di partenza avrebbe consentito ad Aronica di coprire la fascia su Porcari. Inler avrebbe chiuso lui centralmente la linea su Caracciolo con Cannavaro alle sue spalle. Campagnaro avrebbe potuto così agilmente rimanere su Mascara con Gargano in attesa di Jensen.
Mazzarri dovrà impegnarsi molto in una revisione totale della fase difensiva (al di là di un fisiologico rinnovamento dei suoi interpreti) puntando meno sulle capacità di vincere i duelli individualmente e maggiormente sulla copertura collettiva degli spazi.
Sulle topiche del Novara che regalano il doppio vantaggio ai padroni di casa è inutile anche soffermarsi. L’andamento anche psicologico della partita è stato molto condizionato dai macroscopici errori di Fontana, sul primo gol, e Mascara, sul secondo. Due regali che hanno reso superfluo il secondo tempo e tolto un po’ di valore a un test che aveva alcuni motivi di interesse: capire se Cavani unica punta con due centrocampisti offensivi alle spalle può essere il giusto punto d’equilibrio in questa fase della stagione. Hamsik alto a destra, spesso affiancato da Maggio, e Dzemaili interno sinistro, con libertà di inserirsi tra le linee, hanno risposto bene. Lo slovacco ha trovato sia il modo di buttarsi dentro senza palla lasciando la corsia a Maggio, quando lo vedeva arrivare con la coda dell’occhio, sia cercando la combinazione con Cavani, come al 17′ del secondo quando il Matador usa proprio Hamsik come riferimento centrale per ruotargli intorno e andare alla conclusione di testa. Molto buona anche la prestazione dello svizzero che ha saputo fare la doppia fase rientrando sotto la linea della palla e ripartendo ogni volta che ne intuiva la possibilità. Si può citare il suo inserimento in area al 19′ del secondo tempo sull’allargamento di Cavani col assist all’indietro spercato dal bomber stesso.
Gara da archiviare con soddisfazione ma che deve servire da monito. Una fase difensiva così approssimativa non reggerà l’attacco della Roma domenica e potrebbe andare in difficoltà mercoledì contro i veloci attaccanti del Lecce.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

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