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Adriano Bacconi: “Trequartisti di sostanza per difesa ed attacco”

Ai raggi X L’analisi del match contro il Lecce

Il primo tiro in porta è al secondo minuto e porta la firma di Dzemaili che raccoglie la respinta corta su un cross fatto da lui stesso. Tiro alto sopra la traversa ma segnale chiaro. Saranno i trequartisti di sostanza Dzemaili e Hamsik, visti già contro il Novara, a fare la differenza contro il Lecce. Altri due giri di lancetta e arriva anche la zampata, questa volta vincente, dello slovacco. La punizione dalla trequarti è di Inler, la linea difensiva giallorossa molto folta, si abbassa improvvisamente ancor prima della battuta mentre Hamsik rimane sul limite. Inler lo vede e lo pesca ma il capolavoro è tutto suo che in torsione colpisce la palla di controbalzo azzeccando una parabola impossibile da intercettare per il pur bravo Benassi. Il gol del vantaggio consente al Napoli di fare la partita che voleva. Aspettare il Lecce in fase di non possesso e dare respiro alla manovra con un costruzione del gioco articolata, infarcita più di cambi di gioco che di lanci in verticale per Cavani. L’obiettivo è sfiancare il Lecce negli spostamenti laterali alla caccia del pallone e impedirgli al tempo stesso di lanciare Muriel sulla velocità.
La strategia trova riscontro (quasi sempre) nella pratica. Il folto centrocampo predisposto da Mazzarri irretisce gli avversari dimostrandosi superiore in tutte e due le fasi. Molto merito, come dicevamo nelle premesse, dell’interpretazione tattica dei due trequartisti che rientrano sistematicamente sotto la linea della palla (foto1) per poi ripartire con grande decisione, come al 19′ quando Dzemaili si lancia in avanti sul suggerimento di Zuniga e Hamsik arriva a rimorchio per riceverne l’assist (foto2). La palla è leggermente fuori misura e l’occasione sfuma, ma i presupposti sono tutti giusti e si rivedono al 22′ quando Cavani arriva al tiro al volo dopo aver fraseggiato sulle trequarti proprio con Dzemaili e Hamsik. La squadra corta, la densità centrale garantita da Inler e Gargano e la buona predisposizione degli esterni Maggio e Zuniga a chiudere le diagonali facilitano anche il compito del pacchetto arretrato. I marcatori possono così aggredire Di Michele e Muriel con la garanzia della superiorità numerica. L’unica grande sbandata al 36′ del primo tempo. Quando Campagnaro si fa attirare da Di Michele troppo oltre la sua zona di competenza, in un frangente in cui la squadra è sbilanciata in avanti. Cannavaro rimasto nel dubbio se chiudere il primo palo su taglio profondo di Di Michele stesso o scalare sul secondo dove incrociava Muriel perde il controllo della situazione. Meno male per il Napoli che l’attaccante giallorosso dopo il dribbling a rientrare tiri debolmente addosso a De Sanctis. Campagnaro avrebbe dovuto temporeggiare lasciando libero Di Michele di rientrare nella sua metà campo, oppure una volta decisa l’aggressione, concludere l’azione con un fallo tattico. Dettagli che Mazzarri metterà sicuramente a fuoco.
A chiudere il conto ci ha pensato Cavani a inizio ripresa. Un’azione che è la summa di tutti i concetti tattici espressi finora. Siamo al 6’. Giacomazzi batte una punizione a metà campo, out sinistro. Il Napoli è raccolto sotto la linea della palla chiudendo tutti gli spazi. Il Lecce è costretto a retrocedere. La palla arriva al centrale difensivo giallorosso. Esposito non può allargare il gioco perché gli scarichi laterali sono bloccati dal posizionamento accorto di Dzemaili e Hamsik, rimane solo il passaggio nel corridoio centrale sulla punta che viene incontro. Ma gli spazi sono troppo stretti. Cannavaro pressa Muriel e lo contrasta efficacemente non appena questi azzarda a girarsi. Il capitano, riconquistata palla, quasi di prima intenzione lancia sulla corsa Cavani che con uno scatto dei suoi semina Tomovic e infila Benassi: 2-0. Il Lecce reagisce d’orgoglio riversandosi in avanti. L’ingresso di Corvia alza il peso specifico del reparto d’attacco, aumentano le mischie e si accendono i duelli indivuali. La gara è vera, maschia e questo accentua i meriti del Napoli, che tiene anche sul piano caratteriale e nervoso mettendo in campo la stessa carica agonistica di un avversario che sa di lasciare per strada punti pesanti nella corsa salvezza. Un’azione simbolo di questo spirito di squadra e di questa voglia di vincere al 22′ del secondo tempo. Corvia resiste alla pressione dei Fernandez, da poco subentrato a Campagnaro, e gioca di sponda per Di Michele che semina in velocità prima Cannavaro (anche lui troppo alto come Campagnaro nel primo temp) e poi Aronica. Il dribbling è a rientrare e permette all’attaccante di puntare dritto verso la porta. Al momento di entrare in area è Gargano in ripiegamento estremo a scippargli la palla salvando il Napoli. Segnali confortanti di un ritrovato spirito di squadra e di una buona condizione fisica che hanno permesso a Mazzarri di trasformare l’assenza forzata di Lavezzi in un vantaggio competitivo.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

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