Il City ha fatto 692 passaggi contro i 291 del Napoli. Il dato sembra impressionante, ma impressiona solo chi non ha visto la partita. La realtà è che il Napoli ha dominato mentalmente e strategicamente il prestigioso avversario con le sue armi migliori: furbizia e compattezza, oltre che col miglior Cavani. L’astuzia di Mazzarri è stata di lasciare campo e iniziativa agli ospiti dandogli la sensazione di poter controllare la partita. La rinuncia sistematica alla costruzione del gioco è stata l’esca vincente. Sull’inizio azione Cannavaro e Aronica hanno spesso evitato il gioco a terra preferendo lanci lunghi che avevano quasi l’unica finalità di ridare il pallino in mano agli avversari, i quali hanno, appunto, abboccato. Mancini ha creduto di poter, così, appiattire i ritmi. Silva e Balotelli partendo dagli esterni e accentrandosi creavano spazi invitanti per Zabaleta e Kolarov. Il Napoli si stringeva a protezione del castelletto difensivo lasciando al City la possibilità del cross (se ne conteranno 30, quasi tutti inutili).
Fin qui la furbizia… poi la compattezza. Questo atteggiamento era solo apparentemente rinunciatario. La strategia di Mazzarri era tutto meno che passiva. Ogni qualvolta la squadra, ed è successo spesso, era corta ed equilibrata e gli avversari azzardavano un passaggio laterale o servivano un giocatore spalle alla porta, scattava immediato, fulmineo, collettivo, il pressing. La ferocia di attaccanti, centrocampisti e difensori ha annichilito i palleggiatori di Mancini. L’aggressività scattava improvvisamente in qualsiasi zona del campo: più alta, fino alla trequarti, quando era in parità, più bassa, nei momenti in cui doveva gestire il vantaggio.
Il recupero palla non è mai stato fine a se stesso. L’anticipo di Campagnaro, il raddoppio di Gargano, il tackle di Inler erano sempre finalizzati alla verticalizzazione immediata. Finalmente Cavani è stato servito con prontezza nella profondità. Finalmente Lavezzi gli si è mosso intorno senza partire troppo da lontano. Questi sono stati i momenti più spettacolari del match. Le accelerazioni di Maggio, di Hamsik e di Dossena hanno fatto il resto. Menzione speciale merita Cavani non solo per i gol, comunque essenziali, ma anche per la predisposizione allo smarcamento corto-lungo, la semplicità, mai banale, nella giocata a uno o due tocchi, la disponibilità selettiva, senza dover rientrare sempre nella propria metà campo, a muoversi per i compagni. Nell’incontro c’è stato un momento cruciale che vorrei sottolineare. Il finale del primo tempo è stato complicato per i padroni di casa. Il gol di Balotelli, in un momento in cui il vento sembrava favorevole, aveva un po’ smontato i giocatori che facevano più fatica a tenere alta l’asticella della tensione agonistica. Emblematica la conclusione indisturbata di Kolarov al 42′.
Ebbene negli spogliatoi Mazzarri ha saputo toccare le corde giuste perchè a inizio ripresa in campo si è visto solo il Napoli. Al 1′ pressing alto di Gargano su Tourè, Lavezzi e Hamsik non si intendono. Al 3′ recupero secco oltre metà campo di Maggio, Hamsik subito lungo in diagonale per Lavezzi che non ci arriva. Al 4′ gol capolavoro di Cavani che racchiude in sè tutta la sagace strategia partenopea. L’azione parte col solito lancio «furbo» a perdere la palla di Cannavaro. Tutta la squadra «compatta» sale. Aronica anticipa a metà campo lo stralunato Dzeco e serve in verticale Cavani. Allargamento a sinistra per Lavezzi, sovrapposizione e cross corto di Dossena, voleè vincente ancora di Cavani. Tutto calcolato, tutto perfetto!
Il predominio territoriale del City ha prodotto risultati adeguati solo nel finale, ma dopo che il Napoli aveva sperperato l’impossibile per chiudere l’incontro e dopo i cambi che avevano riequilibrato il bilancio tecnico/tattico in campo. Da una parte gli ingressi di Dzemaili, Pandev e Fernandez toglievano qualcosa al Napoli (soprattutto l’uscita di Inler si è fatta sentire in mezzo al campo). Dall’altra gli ingressi di Nasri, Aguero e Johnson davano nuovo brio e grande incisività al Manchester. Concludo coi ringraziamenti: il primo a Mancini per aver sbagliato parecchie mosse. Aver tenuto in campo per tutta la partita Milner e per 80′ il fantasma Dzeko è stato un suicidio. Aguero appena entrato ha creato in 5′ tre palle-gol, saltando l’uomo e fraseggiando nello stretto da par suo con Silva e Balotelli. Non è un caso che anche l’ex nerazzurro abbia avuto nel convulso finale le opportunità migliori.
Il secondo a Morgan De Sanctis. Il Napoli finisce alle corde, con il 4-5-1 disegnato negli ultimi minuti da Mazzarri, si rintana, ma non riesce ad impedire alcune conclusioni ravvicinate di Aguero e Balotelli. Ci pensa però il portierone azzurro ad opporvisi mettendo così anche la sua griffe sulla grande impresa del Napoli.
Il sito ufficiale di Adriano Bacconi è www.adrianobacconi.it
La Redazione
P.S.
Fonte: Il Mattino
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro