Mi scuso anticipatamente con i lettori se, rispetto al mio approccio tradizionalmente analitico, il commento tecnico sarà contaminato da qualche venatura emotiva. Del resto in questi mesi di collaborazione con «Il Mattino» ho avuto modo di entrare in contatto con tantissimi tifosi, di conoscere meglio Mazzarri, di apprezzare il lavoro della società. Insomma mi sono sentito, in parte, coinvolto in un progetto fatto di competenza, programmazione, entusiasmo, partecipazione.
Ho quindi vissuto la gara della Stamford Bridge come l’apice di un percorso in qualche modo fatto insieme ad un gruppo di amici.
A mio avviso il Napoli ha impostato la partita nel modo corretto, lasciando campo al Chelsea e colpendolo in contropiede. A fronte di una parata di De Sanctis sul primo palo al 5′ su tiro di Sturridge (solo nel cuore dell’area come accadrà a Ivanovic circa 100′ più tardi!), il Napoli si produce in almeno sette ripartenze fulminanti e arriva ripetutamente in zona Cech. Segno che la fase di transizione era stata preparata nei minimi particolari. Si vedono nella prima mezz’ora tutti gli automatismi perfezionati negli anni da Mazzarri e che permettono al Napoli di creare molte occasione per sbloccare il risultato. Purtroppo Cavani in primis, ma anche Lavezzi e Hamsik, non sanno capitalizzare neanche una di queste situazioni. Quello era il momento di chiudere il conto con un avversario in stato confusionale e indeciso sul daffarsi.
Invece, improvviso come una pugnalata alle spalle, arriva al 29′ il gol di Drogba che mina nell’intimo le sicurezze del Napoli e resuscita un Chelsea moribondo. È Aronica a perdere il primo duello chiave della partita. Di Matteo aveva piazzato in fascia due esterni (Sturridge a destra e Ramires a sinistra) col piede opposto per poter avere anche la possibilità del rientro all’interno del campo e del cross verso la porta. Opzione messa in pratica dal brasiliano che vede il movimento di Drogba ad attaccare il primo palo e, non pressato da Maggio (forse già infortunato e presto sostituito da Dossena), serve un assist preciso per l’ivoriano. Stacco e conclusione paralizzano Aronica e De Sanctis e cambiano il trend della partita che diventa confusa ed elettrica, con il ritmo che sale vertiginosamente. Entrambe le squadre potrebbero segnare.
Al 31′ è fantastico il break di Inler (il migliore in campo) che vince il tackle con Mata, accelera centralmente e crea subito il 3 vs 2. Cavani però fallisce ancora l’appuntamento con la storia. Lo stop approssimativo lo porta ad allargarsi troppo, la conclusione sul palo lontano è imprecisa e sbilenca (Foto 3). Alla fine il suo desolante score sarà di 4 tiri, tutti fuori dallo specchio.
Se ne va così un primo tempo che doveva finire con un risultato diverso e che è il vero rammarico che il Napoli si riporterà a casa.
Neanche il tempo di rientrare in campo che Campagnaro regala un angolo ai Blues. Lampard calcia tagliato sul primo palo cercando forse l’anticipo di Drogba che invece è scavalcato dalla palla. Alle sue spalle piomba Terry che, grazie ad un sapiente gioco di blocchi, ha nel frattempo seminato Aronica, quindi colpevole anche sul secondo gol.
C’è la paura del crollo ma il Napoli è squadra vera e reagisce con orgoglio stringendo d’assedio i padroni di casa e dando un’incredibile dimostrazione di forza tecnica e morale. Nel tiro di Inler c’è rabbia, determinazione, abilità tecnica, un mix esplosivo che si traduce in un gol che rimette il Napoli in corsa. La cose da raccontare sarebbero molte ma dobbiamo stare sugli aspetti chiave per motivi di spazio. Uno di questi è l’ingresso di Fernando Torres. Il Chelsea abbandona il 4-2-3-1 e passa al 4-2-4 accentuando la spinta sulle fasce e la produzione di cross in area, anche dalla trequarti.
Il Napoli si spaventa, forse è stanco, sbanda, si allunga, arretra troppo con la linea difensiva (Foto 2). De Sanctis si oppone magistralmente alle conclusioni ravvicinate di Ivanovic e Drogba in un’area intasatissima. Ma i partenopei anche in questo momento di sofferenza creano, sull’ennesimo lucido cambio di gioco di Inler e la triangolazione Zuniga-Cavani-Zuniga, un’altra grande opportunità per affondare il colpo del ko. Cech non ci sta e risponde da par suo alle prodezze precedenti di De Sanctis.
Il Chelsea si ributta in avanti a testa bassa e trova il gol sull’ennesimo regalo dei difensori azzurri. Ivanovic anticipa nettamente Dossena che gli mura il tiro con la mano. Drogba, Terry e ora Lampard (su rigore) mettono così la firma dei grandi senatori del Chelsea sul match vincendo nettamente lo scontro diretto coi tre tenori di Mazzarri.
Di Matteo si gioca i tempi supplementari con forze fresche mentre Mazzarri dà ancora fiducia ai suoi titolarissimi che però sono in debito d’ossigeno. Il gol della condanna definitiva è la sintesi di tutta la gara. Ivanovic batte a rete in completa solitudine con la linea difensiva del Napoli schiacciata davanti alla porta (Foto 3). Svanisce un sogno, rimane la sensazione amarissima di aver perso una grandissima occasione.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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