L’analisi tecnico-tattica di Adriano Bacconi su Juve-Napoli:
“Diciamo la verità il Napoli non è mai stato in partita e soprattutto sono venuti meno clamorosamente i suoi uomini chiave. Conte rispolvera il 3-5-2 confermando l’impostazione della rocambolesca gara di andata. Gli obiettivi, entrambi centrati, sono avere più copertura nella zona Lavezzi-Cavani e francobollare Maggio con De Ceglie (Foto 2). I tre mastini bianconeri si distribuiscono bene i compiti andando a turno ad aggredire gli attaccanti azzurri che oltretutto sono raddoppiati anche dai centrocampisti bianconeri, sempre pronti a ripiegare e a dare manforte. In particolare Cavani è completamente disinnescato, togliendo quindi al Napoli oltre il 50% del suo potenziale offensivo.
Rispetto alla gara del San Paolo l’autoefficacia dei singoli ed i meccanismi in fase di non possesso dei bianconeri sono completamente cambiati (basti pensare a quanto è cresciuto il rendimento di Chiellini, pessimo all’andata) e anche le motivazioni sono oggi al top, mentre il Napoli sembra appannato in tutti i suoi interpreti. Simbolica l’uscita di scena di Maggio. Con lui il Napoli perde centimetri sui calci piazzati (da cui arriva dopo l’ennesimo tentativo il gol dell’1-0) e perde spunto in fascia. Infatti quando, con l’ingresso di Dossena, a destra arriva Zuniga De Ceglie inizia a spingere con più convinzione innescato spesso con precisi cambi di gioco. Ma anche i primi venti minuti erano stati durissimi per il Napoli che soffre la partenza veemente dei padroni di casa alla ricerca convinta di tre punti fondamentali per la rincorsa scudetto.
Hamsik, sin dal calcio d’inizio, è più attento a cercare Pirlo (aveva il compito di marcarlo) che la palla. Ne risente la manovra azzurra a cui viene meno il trait d’union tra mediani e attaccanti. Lo slovacco si vede solo al 13′ quando rientrando dentro al campo si libera di Chiellini. Lo scambio con Lavezzi nello stretto è buono ma poi non sa cosa fare una volta arrivato al cospetto di Buffon, forse aspettando un contatto col portiere. Sarà l’unico guizzo di Hamsik e l’unico disturbo arrecato al portierone della Nazionale dal Napoli in novanta e rotti minuti.
Paradosso vuole che il trequartista del Napoli non assolva bene neanche ai compiti difensivi visto che Pirlo, muovendosi molto dalla sua zona di competenza, trova sempre il modo di iniziare l’azione caratterizzandola con la sua solita intelligenza tattica. Addirittura al 9′ è il regista bresciano ad entrare in pressing alto su Hamsik e recuperare palla in tackle scivolato (Foto 1). Pirlo-Hamsik è uno di duelli chiave del match come già detto vinto nettamente dal primo. Ma, avendo deciso i due allenatori di giocarsela a specchio utilizzando lo stesso sistema di gioco, la partita vive anche di altri duelli, tutti appannaggio dai bianconeri.
Marchisio e Vidal, tra i migliori in campo, surclassano sulla corsa e sul fisico Inler e Gargano. Come Mazzarri ammette anche alla Domenica Sportiva i padroni di casa arrivano sempre primi su palle sporche e rimbalzi, dimostrando maggior forza nelle gambe e maggior cattiveria agonistica nella testa. Se nel primo tempo i mediani azzurri tengono duro accorciando all’indietro e facendo densità bassa, ma mai proponendo qualcosa di utile dalla linea mediana in sù, nella ripresa, in spazi più ampi, spariscono completamente di scena. Anche i cambi fatti da Mazzarri non producono gli effetti sperati tanto che non incidono minimamente sull’andamento della gara nonostante Pandev qualche segno di vitalità lo manifesti. La Juve non molla un metro, mettendo in campo quantità e qualità. Come nella strepitosa azione del 2-0 che virtualmente chiude il match. Siamo alla mezz’ora della ripresa. Dzemaili, subentrato da poco, porta palla a metà campo ma non ha compagni da servire. La morsa si stringe, implacabile. È proprio Vidal a sradicargliela dai piedi (Foto 3). La palla arriva a Marchisio che riparte e attende l’arrivo del cileno che gli incrocia la traiettoria di corsa. Marchisio disorienta il ritorno dello svizzero con un doppio passo, poi serve Vidal che ha ancora la forza per inventarsi un dribbling ubriacante su Campagnaro e di sinistro fulminare De Sanctis.
Così anche l’unico reparto che fino ad allora aveva retto, aiutato dalla scarsa vena di Borriello e Vucinic, crolla di botto. I difensori non riescono a riprogrammare il computer di bordo quando entrano nel finale Del Piero e Quagliarella, ispiratissimi. Segna proprio l’ex partenopeo. Negli ultimi minuti il Napoli rischia la goleada e perde, per motivi disciplinari, uomini essenziali per la prossima sfida con la Lazio. Non sono bei segnali”.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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