Mi piacciono gli allenatori aziendalisti. Gli allenatori che sposano il progetto della società e cercano di adottare le strategie migliori per fare rendere al massimo il materiale umano che gli viene messo a disposizione. È quello che cerca sempre di fare Walter Mazzarri. Nonostante sia consapevole di non avere una rosa adeguata al turn-over forzato che i molti obiettivi agonistici gli impongono se ne fa una ragione, scervellandosi ogni volta per dare comunque alla squadra un equilibrio accettabile. Dove non arriva la qualità tecnica sopperisce con le motivazioni.
Da questa mentalità, predisposta all’ottimizzazione del risultato a lungo termine, nasce la partita di Bergamo, costruita, nella scelta degli uomini e nell’atteggiamento tattico, con la priorità di dosare le energie in attesa della grande sfida di domani con la Juve.
Per cui riposo forzato per Aronica, Inler, Maggio e Lavezzi e ricerca evidente del possesso palla prolungato con fraseggi spesso orizzontali. Così, nel giro di pochi giorni, si è visto un Napoli completamente trasformato nelle linee di gioco. Dal lancio lungo, volutamente «a perdere» contro il City, alla manovra rasoterra, volutamente sotto ritmo, contro l’Atalanta. Una scelta premiante dei primi 20′ nei quali il Napoli ha avuto il controllo pieno della gara creando spunti interessanti con Zuniga a destra.
In questa fase dell’incontro si sono potute apprezzare le abilità tecniche ma anche temperamentali di Dzemaili. Rispetto a Inler ha più dinamismo e meno senso tattico ma il ruolo è quello. Giocano nella stessa Nazionale, nello stesso club e nella stessa posizione. Troppo uguali per essere compatibili. Come alternativa l’ex parmense è, invece, l’uomo giusto. Inoltre la partita era adatta alle sue caratteristiche. Possesso, pressing alto (spalle coperte da Gargano) e qualche break con finalizzazione incorporata (con 4 tiri risulterà alla fine il più assiduo fromboliere del Napoli).
Ma la gara non è stata tutta rose e fiori. Molte le spine, prima del respiro di sollievo finale. Già le prime avvisaglie del risveglio atalantino si sono avute nel finale della prima frazione di gioco, ma è nel secondo tempo che Colantuono impone ai suoi di alzare i ritmi per scardinare il ti-tic, ti-toc del Napoli che fino ad allora era riuscito, col suo andamento lento ad addormentare abbastanza bene il match.
Denis e Moralez sono i punti di riferimento degli attacchi. Peluso da una parte e Schelotto dall’altra obbligano Zuniga e Dossena ad abbassarsi. Il palo clamoroso del Tanque, trasformato rispetto agli anni in cui traccheggiava con la maglia del Napoli, obbliga Mazzarri a cercare rimedi. Dentro allora Lavezzi per Pandev, buono solo a fare qualche triangolo a centrocampo, ma mai convinto e convincente negli ultimi 20 metri.
Purtroppo El Pocho entra in campo col piede sbagliato. Al 18′ perde per la seconda volta palla a metà campo, triplicato da Moralez che poi, in collaborazione con Schelotto, salta Campagnaro. È Gargano ad entrare in tackle per fermarne l’iniziativa sulla trequarti. Dal contrasto la palla schizza alle spalle di Fernandez, colto impreparato, dove piomba Denis. Stop a seguire per evitare il ritorno di Cannavaro e conclusione secca sul secondo palo ad antipare l’uscita bassa di De Sanctis. L’azione del gol è «sporca» ma evidenzia la maggiore caparbietà dell’Atalanta nel cercare la vittoria contro un Napoli che stava soffrendo da parecchi minuti. È però immediata la reazione di Lavezzi. Già al 22′ combina con Cavani ma è anticipato al momento di concludere. Sarà il prologo allo sprint finale .
Entra anche Maggio per Fernandez, qualche minuto dopo Santana per Dzemaili. Difesa a 4, Hamsik in mediana, Lavezzi largo a sinistra con Santana dietro a Cavani e Zuniga ancora in grado di spingere a destra. Il nuovo assetto voluto da Mazzarri dà nuova energia al Napoli che alza il baricentro ma non perde la pazienza, continua a costruire l’azione da dietro avanzando con tutta la squadra. Durante i 3′ di recupero esce il talismano Denis per Gabbiadini. Orsato decide di allungare di 1′ l’extratime, quanto basta a Cavani per trovare la zampata vincente, al termine dell’ennesima mischia furiosa. Gol che salva il Napoli e dà una grande spinta per la supersfida con la lanciatissima capolista.
La Redazione
P.S.
Fonte: Il Mattino
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