La valutazione storica dello 0-0 di Udine pesa, in questo momento della stagione, forse più di quella strettamente tecnica. Il Napoli si è reso protagonista di una partita attenta, fatta di coperture preventive, inserimenti degli esterni, a tratti anche di buoni movimenti del tridente offensivo, supportato da trame in qualche caso addirittura spettacolari come al 9′ del secondo tempo quando Hamsik sbaglia la conclusione al volo dopo una splendida azione in verticale Inler (pallonetto)-Cavani (doppio controllo volante di sinistro)-Insigne (assist di prima di esterno destro). Un’azione esteticamente perfetta che avrebbe meritato migliore fortuna: sarebbe stato uno dei gol più belli dell’intero campionato, realizzato peraltro da un giocatore come Hamsik che spesso regala reti di grande spettacolarità.
Il Napoli che ha cercato di «gestire» possesso palla e ritmo della partita contro un’Udinese menomata dall’assenza di due pedine tattiche come Pinzi e Lazzari e che ha puntato di più sulla velocità e sulle ripartenze, sfruttando soprattutto la buona vena di Muriel, piazzato sulla trequarti.
Ma un’analisi asettica ha poco senso, la gara va contestualizzata sul momento del campionato. Dopo la vittoria larga della Juventus con il Siena ottenuta il giorno prima, il Napoli, reduce da due pareggi, era chiamato a rispondere a tono per arrivare allo scontro diretto di venerdì senza troppi affanni psicologici. Così non è stato. Ancora una volta il predominio territoriale non è stato sufficiente a dare incisività al gioco degli azzurri.
Le statistiche della partita e del campionato purtroppo parlano chiaro. Udinese-Napoli è finita 1-1 in quanto a tiri nello specchio e 9-8 per i padroni di casa per conclusioni complessive verso la porta. Il bomber degli azzurri Cavani due grandi chance le ha comunque avute, entrambe procurate dagli esterni di scorta scelti di Mazzarri, non riuscendo però a capitalizzarle. Al 4’ Mesto lo serve con un cross radente sul primo palo. lI movimento del Matador disorienta Danilo ma poi l’attaccante manca la palla quando il più sembra fatto.
Nella ripresa al 23’ il copione di ripete sull’out opposto, Armero infila Basta sul lancio di Hamsik ma invece di metterla di prima tenta un goffo controllo in corsa facendosi sporcare il cross dal difensore.
La palla arriva lenta e troppo dietro rispetto alla posizione di Cavani, incapace di agganciarla efficacemente con la porta spalancata. Il bomber azzurro rimane così ancora all’asciutto rendendo negativo il bilancio della trasferta friulana.
Il Napoli doveva dare di più. Per spiegarlo vorrei rifarmi ad alcune statistiche sui tiri, già introdotte alla Domenica Sportiva nell’ultima trasmissione, aggiornandole con l’ultimo turno di campionato. E in vista, naturalmente, della grande sfida di venerdì sera al San Paolo. La Juve di tiri in questa stagione ne ha fatti 491 (19 nell’ultima partita) contro i 374 del Napoli (8 come già visto quelli di Udine).
Un bilancio per i partenopei di 117 tiri in meno, un gap preoccupante del 31%. Ho detto, e lo ribadisco, che solo Cavani (l’unico top player presente nelle rose delle due contendenti) può colmare questo divario di produttività evidente tra le due squadre. Per farlo non dovrà più sprecare da qui a fine campionato palle gol come quelle avute lunedì sera nella partita di Udine.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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