Ai raggi X L’analisi del match contro il Siena
“Come il Bologna una settimana fa anche il Siena cambia assetto e propone un’inedita difesa a 5 per opporsi al tridente azzurro e non scoprire la fasce. E come il Bologna riesce a mettere il bastone tra le ruote al Napoli che fa sempre più fatica ad avere la meglio contro squadre bunker che, come dice Mazzarri, possono puntare a due risultati su tre. Sannino dopo i 3 gol rimediati a Parma abbandona il 4-4-2 per mettere Vitiello sulle tracce di Dossena e Del Grosso su quelle di Maggio.
Ma l’efficacia del 3-5-1-1 si vede soprattutto nel mezzo. Raramente il Napoli riesce a bucare centralmente nella zona presidiata con raziocinio da Bolzoni, D’Agostino e Vergassola sempre pronti a stringersi in fase difensiva e a lanciare lungo. Così su uno di questi ribaltamenti già al 2′ minuto il Napoli rischia di rimanere in 10 per un fallo da ultimo uomo di Campagnaro su Calaiò (foto1).
Veniamo ai problemi ormai costanti dei nostri. Il primo è la sicurezza difensiva. È evidente che qualcosa si è rotto nei meccanismi difensivi. Campagnaro, Cannavaro e Aronica che erano stati un punto di forza nella crescita di rendimento e risultati del Napoli in questi anni sono in chiara difficoltà. Quello che il tecnico vuole da loro non è banale ma ormai sembrava acquisito. Si marca nella zona con aggressività puntando sulla superiorità numerica e sulla copertura garantita del compagno più vicino. Questo non accade quasi più. Sempre più spesso si verifica la situazione di «uno contro uno» che obbliga il difensore a fare una scelta: rinunciare all’aggressività, temporeggiare e consentire all’attaccante avversario di entrare in possesso palla e puntare la porta; o rischiare il tackle o l’anticipo ma senza paracadute, come è accaduto a Cannavaro al 40′ quando ha sbagliato i tempi dell’anticipo su Calaiò, bravo poi a girarsi e a tirare da fuori vicino all’incrocio dei pali. Ci sono poi gli errori gratuiti (42′, traversa di Calaiò) conseguenza di una sicurezza mentale e compattezza di reparto che stanno venendo meno.
Il secondo grande problema è la costruzione del gioco. Il Napoli si è sempre contraddistinto, oltre che per gli acuti personali di Lavezzi, per la sua varietà di soluzioni offensive che vanno dall’attacco alla profondità con giocate in verticale sui movimenti lunghi di Cavani, alla ricerca dell’ampiezza con la superiorità numerica in fascia. In questo momento l’unico giocatore che riesce ad innescare questi meccanismi è Pandev, la nota più positiva del 2012. Per il resto si vede per lunghi tratti della partita un estenuante giro palla orizzontale da sinistra a destra che non consente di guadagnare metri e che non sposta la difesa avversaria.
Le difficoltà della fase di possesso e non possesso potrebbero avere radice comune. L’anno scorso la mediana Pazienza-Gargano garantiva grande copertura alla difesa e grande velocità nelle ripartenze. Grazie al loro dinamismo e alla loro vivicità il Napoli si esaltava nelle transizioni. Quest’anno la coppia Inler-Gargano (tanto peggio Inler-Dzemaili) compre poco, perché Gargano si inserisce in avanti molto di più e Inler non ha il passo per coprire sulle ripartenze repentine degli avversari, ed è lenta nell’inizio azione, perché si cerca sempre un passaggio di troppo prima di verticalizzare.
In quest’ottica l’esperimento di Mazzarri nel secondo tempo potrebbe aprire scenari nuovi in casa azzurra. Con l’ingresso di Lavezzi al 10′ il Napoli passa al 3-4-1-2. Hamsik retrocede in mediana, al fianco di Inler, Pandev si posiziona sulla trequarti e Cavani e Lavezzi attaccano la porta. Nonostante, con questo disegno tattico, la squadra abbia preso quasi subito il gol (evidente l’errore di Inler da cui inizia il contropiede del Siena) la manovra è subito più fluida. Hamsik è l’uomo chiave. Lo slovacco in quella posizione riesce a smistare il gioco con velocità sia perché è veloce di pensiero sia perché è mobile sulle gambe. Al 18′ al 19′ due azioni in fotocopia Hamsik-Pandev-Lavezzi e Hamsik-Pandev-Cavani fanno capire chiaramente che così le cose vanno meglio. Anche sotto di un gol la squadra reagisce e nel finale produce il maggior numero di palle gol rischiando addirittura di ribaltare il risultato. L’esperimento dei 4 tenori ha funzionato e in futuro non mi meraviglierei di vedere una mediana composta da Gargano e Hamsik”.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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