L’analisi della gara di Udine vista da Adriano Bacconi:
“Il Napoli c’è. Questo il responso alla fine di una gara tiratissima dove se c’era una squadra che avrebbe meritato i tre punti era quella partenopea. Dopo l’inopinata eliminazione in Champions il campionato torna ad avere un peso specifico importante in questo finale di stagione. Agguantare il terzo posto per provarci ancora il prossimo anno e dare anche una certa stabilità al proprio ranking internazionale, queste le motivazioni che invogliano il Napoli a entrare in campo con l’acceleratore schiacciato.
Nei primi 20′ gli attacchi sono costanti e le situazioni interessanti non mancano. L’uomo chiave è Pandev che alimenta così qualche rimpianto per il suo tardivo utilizzo allo Stamford Bridge. Sul tablet segno prima due ottimi passaggi filtranti per Zuniga e Cavani, entrambi leggermente lunghi. Poi al 12′ il tiro del macedone. L’Udinese soffre nonostante Guidolin abbia predisposto un 4-4-1-1 molto abbottonato. Il Napoli in questa fase è corto e concentrato. Britos al 17′ anticipa nettamente Fabbrini sulla linea mediana e consente ancora a Pandev di ripartire centralmente senza però trovare la combinazione veloce con Cavani.
Mazzarri tornerà nel post-partita su queste opportunità mancate perchè, come a Londra, dopo un buon inizio il Napoli va sotto non appena ha bisogno di rifiatare. La respinta aerea di Cannavaro è corta e finisce sui piedi di Di Natale, lesto ad aprire subito su Fabbrini. Il più perspicace è Pinzi che chiude sul secondo palo il cross radente. La difesa del Napoli, portiere compreso, guarda.
In vantaggio l’Udinese arretra ancor più le due linee soffocando quei pochi spazi che Pandev era riuscito a procurarsi. Il Napoli avrebbe bisogno di allargare di più il gioco ma è penalizzato dalla posizione di Dzemaili.
Non cambia il canovaccio nella ripresa. Gargano e Inler si prodigano a portare su palloni in spazi angusti dove anche Cavani fa fatica a raccapezzarsi. Forse il solo Lavezzi avrebbe le caratteristiche per scardinare un bunker così compatto ma non c’è. La situazione sembra precipitare al 7′ quando ancora Pinzi (in versione Isla) si butta in area dove la difesa azzurra continua a dormire. Campagnaro si fa scavalcare dal cross di Pasquale. La palla incocciata di testa da Pinzi sbatte sulla traversa e Di Natale è troppo più sveglio di Britos per non ribadire in porta.
Sembra la fine ma non sarà così. Mazzarri butta dentro Hamsik retrocedendo Dzemaili in mediana. La squadra reagisce… nonostante tutto. In questo non arrendersi mai c’è l’eccezionalità di questo gruppo e del lavoro del suo allenatore. Secondo me in questi pochi minuti, nei quali qualsiasi altra squadra si sarebbe sfaldata davanti, tra l’altro, a una squadra organizzata, cinica ed esaltata, c’è racchiuso il senso della partita, della rimonta finale, del campionato e della stagione del Napoli. Sotto di due gol, gli azzurri si riversano disordinatamente ma con grande determinazione nella metà campo avversaria. L’Udinese non riesce più ad uscire, aggredita butta via la palla. Su un di questi rilanci Campagnaro arriva per primo sul pallone, lo scambia con Dossena e riparte. Fabbrini ne incrocia la corsa commettendo un fallo tattico che ne determina il secondo giallo, quindi l’espulsione.
È il momento di rishiare il tutto per tutto. Dentro anche Vargas per Britos. Zuniga retrocesso in difesa continua in realtà a spingere a destra, come fa Dossena dalla parte opposta. Nel mezzo Inler gioca qualche metro più basso rispetto a Pandev, Hamsik e Dzemaili. Davanti ci sono il giovane cileno e Cavani. Il convulso finale è un susseguirsi di colpi di scena, tutti nell’area di rigore dell’Udinese. Il rigore sbagliato da Cavani sembra un altro segno del destino ma l’inerzia della partita è a senso unico. Il Matador realizza alla fine una doppietta che riscatta il rigore sbagliato e l’opaca prestazione col Chelsea ma, soprattutto, tiene il Napoli dentro la corsa Champions, perchè da lì il Napoli vuole ripartire anche il prossimo anno”.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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