Il match secondo Adriano Bacconi:
“Il centrocampo della Juventus contro l’attacco del Napoli. Su questo piano si giocherà la supersfida di sabato. Una statistica parla chiaro a questo proposito. Il Napoli ha segnato finora col suo tridente 12 gol, l’86% dell’intero bottino della squadra. Modesto, molto più modesto il bilancio delle punte bianconere ferme a quota 8, pari al 47% del totale dei gol della Vecchia Signora. Come interpretare questo dato macroscopico in chiave scontro diretto? La lettura è abbastanza semplice. La squadra di Conte per fare gol deve attaccare con 2, a volte 3 reparti, producendo uno sforzo fisico, organizzativo e mentale enorme. Deve pressare altissimo, posizionare molti giocatori oltre la linea della palla e arrivare spesso al tiro con azioni molto manovrate. Quest’anno è cresciuta di 5 punti la percentuale dei gol del reparto offensivo (dal 42% della stagione scorsa appunto al 47%), ma questo miglioramente è dovuto ai 3 centri di Giovinco (peraltro inutili, fatti cioè a punteggio acquisito), altrimenti il problema del gol sarebbe, in casa Juve, ancor più pressante. Non è un caso che i passaggi completati dai bianconeri nell’ultimo terzo d’attacco siano circa 800 (300 in più di quelli del Napoli!).
Mazzarri e gli equilibri
La spiegazione è tattica e di mentalità. Mazzarri ha stabilito delle priorità precise in fase di possesso palla e al primo posto c’è l’equilibrio, ovvero: mai rischiare l’inferiorità numerica centralmente anche nelle transizioni negative (quindi due difensori marcano e uno scala), l’opposto deve chiudere sempre la diagonale (quindi difficilmente i due esterni si staccano contemporaneamente), i mediani devono stare attenti a darsi copertura preventiva (uno a sostegno dell’altro). Tutto questo produce una squadra accorta che difficilmente aggredisce alto ma che riesce a gestire la gara anche se non ha la palla nei piedi. Cosa che potrebbe accadere spesso a Torino. Se il pressing ultraoffensivo dei bianconeri non dovesse funzionare gli azzurri sapranno come sfruttare la situazione. Pandev e Hamsik avanzeranno sul lato debole dell’avversario per dettare il cambio di gioco e l’improvvisa ripartenza. La capacità di arrivare al tiro in pochi secondi del Napoli è unica forse nel mondo, grazie anche alla complementarietà tecnica dei tre marines d’assalto che hanno alzato, dall’anno scorso, il loro peso specifico in termini di gol dal 74% all’86% (considerando anche la rete di Insigne naturalmente). Mazzarri infatti ha diminuito il gioco in ampiezza e aumentato ancor più la ricerca della profondità.
Lo «specchietto» all’Udinese
Atteggiamento che si è intuisce chiaramente vedendo la disposizione tattica del secondo tempo con l’Udinese. Sette giocatori ben ancorati nella propria metà campo, 2 attaccanti che partono larghi ma si accentrano e Hamsik pronto a inserirsi in verticale, come nell’occasione del gol del 2-1. Il tridente sembra apparentemente slegato dal resto della squadra ma così non è. La capacità di corsa e di leggere le situazioni di gioco di tutti i suoi interpreti rendono questo reparto comunque connesso col resto della squadra anche se le distanze appaiano a prima vista troppo lunghe.
Sarà ancora una volta lo slovacco, cerniera lampo della squadra, la mina vagante che dovrà fare la differenza allo Juventus Stadium. Il suo duello con Pirlo caratterizzerà il match. Da una parte la sua capacità di rientrare e posizionarsi sulle linee di passaggio e la sua maggiore fisicità dovranno servire a rallentare, limitare e rendere più prevedibile il regista bresciano (decisivo coi suoi lampi anche con la Nazionale), dall’altra dovrà avere la forza di ripartire, la lucidità per servire i suggerimenti ai compagni, l’opportunismo di cercare ancora la via del gol.
La differenza top player
Sapendo che conterà avere pazienza. Entrambe le squadra arrivano a tirare di più nella seconda parte della gara (10 tiri in più il Napoli, 11 la Juve). Ma attenzione! La maggior incisività della Juve nella ripresa è frutto di un maggior numero di passaggi fatti dalla squadra in zona d’attacco, quindi di un rischio calcolato che Conte di prende per sbloccare o chiedere le partite. Il Napoli no, aumentano solo gli spunti individuali, in particolare i dribbling. Nei momenti caldi del match il Napoli fa la differenza con maggior tasso tecnico dei suoi top player, senza bisogno di sbilanciare la squadra. Si potrebbe dire che mentre Conte nella ripresa deve sparigliare per vincere (come ha fatto Siena mettendo Giaccherini ed Asamoah a fare i terzini in uno sbilanciatissimo 4-3-3), a Mazzarri basta più semplicemente tirar fuori l’asso nella manica (che sia Insigne?)”.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro