L’analisi tecnica di Adriano Bacconi per “Il Mattino”:
“Nei giorni di attesa della partita con l’Atalanta Mazzarri ha lavorato molto a livello individuale per ricreare il giusto spirito e affrontare al meglio il mini torneo di dieci giornate. Il dialogo deve essere stato particolarmente fitto con Cavani apparso trasformato nella testa prima che nelle gambe. Da lui e dal senso tattico di Hamsik doveva ripartire il Napoli e così è stato, sin dai primi minuti. Già al 3′ Maggio spinge a destra. La mediana accorcia per il recupero alto. Hamsik svaria tra le due linee nerazzurre. Zuniga sostiene il cambio gioco e poi entra in area chiedendo il triangolo rapido allo slovacco. Giorgi lo cintura. Rigore trasformato proprio da Cavani. In trenta secondi ci sono tutti gli ingredienti della partita. Il pressing, la spinta sulle fasce, la luce di Hamsik, il ritorno al gol di Cavani. Nei minuti successivi solo conferme.Due in particolare le scelte azzeccate di Mazzarri. Pandev per Insigne e Dzemaili per Inler. In avanti il macedone è sempre al posto giusto. Parte largo, poi si accentra per liberare la fascia a Maggio. Una volta dentro il campo con la palla sul sinistro può innescare diverse soluzioni. A metà campo lo svizzero di scorta è più dinamico del presunto titolare. Accorcia in avanti con Behrami nella fase di non possesso e si inserisce all’occorrenza in avanti.Al 12′ Maggio e Cavani affiancano la verticale Hamsik-Pandev, la manovra è fluida, il cross sul secondo palo sbagliato. L’Atalanta non reagisce. Fioccano le occasioni. In due minuti il Napoli crea tre palle gol. Prima Pandev, ispiratissimo, trova Cavani sul palo lungo, colpo di testa in tuffo al lato. Subito dopo, scambia con Hamsik ma tira fuori a pochi metri dalla porta. Ancora Hamsik accelera centralmente per poi liberare Cavani a tu per tu con Consigli, lo scavino dell’uruguagio non trova il bersaglio grosso. Infine è lo stesso Hamsik ad alzare di testa un traversone di Zuniga che aveva ubriacato Raimondi con un dribbling danzante. Alla mezz’ora, però, l’Atalanta pareggia. Un’azione quasi fotocopia di quelle del 2-0 di Chievo. Troppo facile attaccare la linea del Napoli alle spalle. Il taglio giusto è di Denis che evidenzia la lentezza di Cannavaro e le difficoltà di posizione di Campagnaro e Gamberini. Nonostante l’ennesimo spunto Pandev-Hamsik con tiro ravvicinato bloccato in due tempi da Consigli si va nello spogliatoio sull’1-1. Non possiamo sapere come abbia fatto Mazzarri a trovare le parole giuste per ricaricare la squadra, ma in qualche modo deve esserci riuscito. I tre tenori sembrano tarantolati. L’Atalanta è sotto assedio, fioccano altre palle gol fallite da Dzemaili e Cavani, due volte. Alla fine il Matador segna su un controllo sbagliato di Pandev, ma dribbling secco e conclusione sono di pregevole fattura. La doppietta serve per rispondere a tono a Balotelli ma non a vincere la partita. Un’altra topica difensiva rimette ancora in carreggiata l’Atalanta. È ancora un taglio in profondità di Denis a mandare il tilt Cannavaro, coadiuvato questa volta anche dell’uscita fuori tempo di De Sanctis. Iniziano i cambi. Mosse e contromosse che non cambiano l’andamento, a senso unico, della partita. Armero, come interno di centrocampo, aveva già accentuato la spinta degli azzurri sull’out sinistro. Il rush finale degli azzurri inizia al 33′ con l’ingresso anche di Insigne per Maggio e il secondo cambio di modulo della giornata. Partito con il 3-5-2, transitato per il 4-3-3, approda ora al 4-1-4-1. Dzemaili spinge a destra, Hamsik a sinistra andando a creare il “3 contro 2” con Armero e Insigne. La combinazione decisiva al 36′ porta la loro firma. Armero arriva al cross basso dal fondo. Pandev segue il movimento sul primo palo segnando un gol pesantissimo a completamento di una super prestazione nel momento in cui la squadra ne aveva più bisogno”.
La Redazione
P.S.
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