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Adriano Bacconi: “Debutto incolore, Edu smarrito ma ha qualità”

La partita di Vargas in Coppa Italia ai raggi X

Come successe per Lavezzi il 15 agosto 2007, è il Cesena, e ancora una volta in una gara di Coppa Italia, a tenere a battesimo Eduardo Vargas, da pochi giorni sbarcato a Napoli dopo aver vinto con l’Universidad de Chile Copa Sudamericana, Torneo di Apertura e di Clausura.
La speranza di tutti è che la coincidenza porti fortuna all’attaccante soprannominato Turboman ma dalle prime impressioni la strada verso il completo ambientamento appare ancora abbastanza lunga.
Non è stata, infatti, una grande esibizione la prima di Eduardo Vargas davanti al suo nuovo pubblico del San Paolo. L’attesa era alta, forse troppo, e questo ha tradito prima Mazzarri, convincendolo a schierarlo in campo dall’inizio nonostante le sue perplessità, poi il diretto interessato, molto intimorito sin dalle prime battute.
Diciamo subito che le qualità ci sono anche se per vederle serve per ora un po’ di immaginazione, alla luce della prova negli ottavi di coppa. La rapidità negli spazi stretti, il controllo e la conduzione palla con le varie parti del piede (quasi esclusivamente il destro), le posture nella protezione delle sfera quando pressato spalle alla porta, la frustata decisa della gamba nel calcio di piatto e di interno-collo, le movenze a testa alta. Caratteristiche che ancora non sono contestualizzate nel quadro tattico e che, quindi, stentano a trasformarsi in efficacia ma danno un’idea di quello che è il potenziale tecnico. Insomma, lasciano bene sperare.
Del resto se si pensa che un giocatore navigato e di grande profilo internazionale come Goran Pandev dall’esordio con la maglia del Napoli (scherzi del destino anche il suo avvenuto contro il Cesena) ha dovuto attendere oltre 2 mesi e mezzo (29 novembre contro la Juve), per segnare il primo gol, si capisce quanto sia complesso per un attaccante metabolizzare i concetti di gioco di Mazzarri.
Molti i momenti nel corso del primo tempo in cui si è visto Vargas fuori dagli schemi: quando viene incontro e scarica al compagno più vicino poi non sa come e dove riproporsi. Se ha spazio davanti a sè cerca di liberarsi subito della palla invece di puntare prima l’avversario per creare superiorità numerica. Sui cross dal fondo non attacca né il primo, né il secondo palo, ma aspetta di vedere dove va la palla per poi inseguirla. In fase di non possesso dimostra generosità ma poca decisione (vedi il tocco infelice che libera Popescu nell’azione del gol subito).
Mazzarri gli chiede di giocare sul centro-destra alle spalle di Cavani, è evidente però la sua propensione ad alzarsi sulla linea difensiva avversaria. Tanto che spesso è Cavani a retrocedere nella posizione di trequartista per lasciargli spazio in avanti. Nonostante ciò è inevitalibile che in alcune circostanze i due si pestino un pò i piedi mettendosi sulla stessa linea di passaggio.
L’atteggiamento tattico del Cesena, schierato con un 5-3-2 molto prudente, esterni bassi, poco spazio tra le linee, coperture preventive e raddoppi costanti, non lo agevola. Però Pandev, subentratogli nella ripresa, prendendo palla un po’ più basso e cercando con personalità le giocate in verticale, apre subito quei corridoi e crea quei presupposti di pericolosità che erano mancati completamente nella prima frazione di gioco.
L’impaccio più macroscopico si palesa nel finale di primo tempo, nel momento in cui il Napoli, in forcing, produce il massimo sforzo per andare al riposo in parità. Al 39′ è Dossena, in uno schema classico, ad andare sul fondo a prendere il passaggio lungo linea di Hamsik. Il cross basso e all’indietro è invitante per Cavani che si avventa per tirare di sinistro ma trova sulla sua strada il corpo di Vargas che non si accorge dell’arrivo del compagno. Al 43’ Dossena e Zuniga eseguono quattro traversoni consecutivi, la squadra romagnola è alla corde, ma Vargas staziona in area di rigore senza trovare mai una posizione utile per poter arpionare la palla.
Infine al 47′ l’ultima azione del cileno che intercetta sulla linea mediana un rinvio sbagliato di Benalouane, avrebbe spazio per puntare centralmente, davanti a lui si buttano con decisione Cavani e Hamsik, ma Vargas sceglie il passaggio laterale a Zuniga, la soluzione meno rischiosa e meno incisiva. Finisce così la sua partita. Nella ripresa ne inizia un’altra risolta, a favore del Napoli, da due calci piazzati proprio del suo sostituto. Ma il ragazzo non si deve scoraggiare, perché ha tempo per riscattarsi e ha tutto l’ambiente che fa il tifo per lui. Già da oggi ricominceranno le ripetizioni di Mazzarri per svilupparne rapidamente il pensiero tattico attraverso esercitazioni di reparto e di squadra, per riproporlo al grande pubblico quando questo lavoro avrà prodotto un giocatore più maturo e consapevole.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

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