Il Napoli torna a trazione anteriore con Hamsik vertice alto del triangolo di centrocampo e travolge un Genoa troppo fragile sul piano fisico e motivazionale prima che tattico. Pandev sempre libero tra le linee sa sfruttare questa posizione privilegiata per dialogare nello stretto con Cavani, aspettare gli arrivi dalla retrovie o cercare con decisione la conclusione personale.
Dopo aver preso la mira al 14′ il macedone va a segno tre minuti dopo. Lancio di Cannavaro per Cavani, sovrapposizione immediata di Hamsik e 3 contro 3 centrale. Passaggio a Pandev che col destro copre la palla dall’intervento di Moretti e col sinistro evita il rientro di Portanova prima di cercare l’incrocio dei pali alla destra di Frey, pietrificato dalla rapidità d’esecuzione dell’ex laziale.
Troppo lenti i difensori genoani per reggere l’urto dell’uragano azzurro, tra l’altro mai protetti dal centrocampo incapace di organizzare qualsiasi tipo di opposizione. Matuzalem non tiene mai la posizione di mediano metodista lasciando sempre troppi metri alle sue spalle. Tra i migliori in campo ancora una volta Dzemaili, bravo a retrocedere al fianco di Behrami in fase di non possesso e ad arrivare a rimorchio di Hamsik su tutte le ripartenze, confermando così la capacità, evenziata con una clamorosa tripletta la settimana scorsa, di inserirsi in seconda battuta col timing giusto. Pazzesco in questa chiave il contropiede che di fatto chiude la partita già al minuto 29.
Campagnaro svetta su un calcio d’angolo a favore del Genoa, la palla giunge a Cavani che accelera partendo dalla propria area di rigore e poi serve Hamsik. Dietro allo slovacco sull’out opposto del campo arriva il mediano della nazionale svizzera che sfrutta la superiorità numerica per farsi servire la palla sulla corsa. Controllo e tiro secco in diagonale, tutto di sinistro. Calcio spettacolo e 2-0.
Il Napoli non è perfetto in fase difensiva neanche in questa partita. Nel corso dei 90′ si registrano leggerezze a turno di Britos, Cannavaro e De Sanctis, ma grazie alla pochezza dell’avversario, almeno in questo caso, non si paga dazio. Ad esempio al 44′ Cannavaro sbaglia i tempi dell’anticipo su Bertolacci, forse ingannato anche da una traiettoria imprevista del passaggio di Granqvist. La palla arriva a Rigoni che si infila in verticale ma perde poi l’attimo giusto per servire Immobile che quando riceve la palla ha già perso l’inerzia e la traiettoria giusta per il tiro in porta.
L’unico difensore che non sbaglia un colpo è Campagnaro, forse il migliore in campo, che alla fine sarà il giocatore del Napoli con più palle recuperate (29) e più passaggi riusciti (42). Un grande rammarico pensare che l’argentino non sia nei programmi della società per la prossima stagione.
Nella ripresa il Napoli avrebbe potuto dilagare se gli assist ispirati di Pandev, sempre bravo ad attrarre su di sè gli avversari prima di liberare i compagni, avessero trovato un Cavani più preciso e fortunato sotto porta. Nei primi 10′ la verticale Hamsik-Pandev-Cavani produce tre chiare occasioni da gol non finalizzate in maniera appropriata. Poi il Matador fallisce anche il penalty. Per lui alla fine sette tiri, zero gol, per un giorno non si dirà che il Napoli è Cavani-dipendente.
I partenopei raddoppiano il vantaggio sul Milan alla vigilia dello scontro diretto. Mazzarri potrà preparare la partita con una certa tranquillità e potendo contare su alcune certezze ritrovate: costruzione da dietro lineare e veloce per arrivare rapidamente nella metà campo avversaria, sia con la palla tra le linee, sia con giocate a scavalcare; linea mediana con forza sufficiente nelle gambe per dare protezione alla difesa e sostegno agli attaccanti; mezzepunte (Hamsik e Pandev) più vicine tra loro e più vicine a Cavani; esterni un po’ più bloccati ma pronti ad inserirsi con effetto sorpresa soprattutto sui cambi di gioco. Strumenti efficaci per mettere in difficoltà il 4-3-3 del Milan.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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