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Adesso Mazzarri avrà l’imbarazzo della scelta in attacco

Gli azzurri hanno il secondo miglior attacco, ma in difesa le cose vanno meno bene

 Di Napoli ce ne sono almeno due. Chiamiamoli bianco e nero, Jekyll e Hyde, bello e brutto se si semplifica, ma la risultante è che sembra sempre di vedere doppio. E allora, essere o non essere, forse il problema è tutto qui, più che mai amletico e dicotomico, più che mai attuale. Il Napoli o dilaga e diverte o si complica la vita e arranca. Al termine delle partite,secondo la tendenza corrente, due sono le “emoticon” prevalenti: o la faccina col largo sorriso, o quella con la bocca ad “U” capovolta. Tra le ultimissime, Genoa e Palermo rientrano nella prima categoria, muso in giù invece per Cesena e Bologna. Ma si può continuare così? 

ALL’ATTACCO- L’arrembaggio sterile, fine a se stesso, abbiamo visto serve a ben poco. Bologna docet. Il Napoli giovedì sera, dopo il pareggio, s’è riversato in avanti per far suo il match, ma solo per un pelo ha evitato la beffa al 93′ (messa una pezza da Zuniga su Di Vaio). Si produce anche in surplus, ma in certe occasioni si finalizza ben poco, vuoi per colpa delle barricate degli avversari che per la troppa fregola. E così, negli ultimi 25 metri, spesso della palla si perdono le tracce. I numeri parlano chiaro. Riecco il Napoli “double face” , con il secondo attacco del campionato dopo il Milan, ma con il fastidioso “brufolo” di un passivo anomalo. E cioè, venti reti di cui tredici subite al San Paolo. Una pericolosa tendenza che va ribaltata a partire da subito, da domenica a Siena, per l’ultima del girone d’andata.

E SE LAVEZZI- Adesso s’inneggia al Pocho, ma potrebbe essere azzardato affermare che il Napoli sia Lavezzi-dipendente. In realtà esistono più scuole di pensiero, c’è chi dice sì e chi la pensa diversamente, visto anche l’ottimo lavoro del “jolly” d’attacco Goran Pandev. Ma, si sa, l’abilità principe di Lavezzi è quella di scardinare difese, schemi e sicurezze, di mandare insomma all’aria i piani di contenimento. Potrebbe essere l’argentino la chiave di quel gap che divide il Napoli dell’essere da quello del poco essere. A Siena ci sarà, ancora più affamato, dopo l’infortunio e i tre turni saltati (Genoa, Palermo e Bologna), più uno di Coppa Italia. Stavolta sarà lui l’osservato speciale.

REPARTO AL COMPLETO- Solo l’imbarazzo della scelta in attacco per mister Mazzarri. Per un reparto che riesce ad esprimersi meglio in trasferta, ecco pronto l’anguillesco Cavani proteso alla rincorsa del gol n. 50 in azzurro, ed un Hamsik a caccia di rivincite soprattutto dopo il clamoroso tap in fallito col Bologna. Il quarto tenore Pandev non si farà pregare per dare il suo contributo, all’inizio o in corso di gara. Punta alla riconferma in azzurro e non ne fa mistero. Un filo potrebbe poi legare Vargas a Lucarelli. Il puntero cileno deve farsi le ossa nella nuova realtà, ed il senatore livornese potrebbe aiutarlo a crescere. Ma domenica, quale Napoli sarà? 

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

A.S. 

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