The voice. La voce. Chiara, inconfondibile, amica. Compagna di una vita, 50 anni insieme. Calcio, nuoto, ciclismo, pallanuoto. Mezzo secolo di sport raccontato alla radio dal nostro complice coinvolgente e rigoroso. Dove c’era sport c’era lui, Alfredo Provenzali. Competente, la bella voce minimamente non scalfita dal fumo di sessanta sigarette al giorno. Un fumatore purtroppo accanito fino all’attimo definitivo: irreparabili gli effetti dell’ennesima crisi respiratoria. Grande nella sua poderosa umiltà, disarmante con la sua generosità non genovese, Alfredo se n’è andato a 78 anni, proprio il giorno del suo compleanno.
Alla radio, da oggi, nulla sarà più come prima. Neppure «Tutto il calcio minuto per minuto», la sua trasmissione dal 1966 al maggio scorso. «Gentili ascoltatori, buon pomeriggio», il saluto dallo studio centrale, il suo regno di conduttore dal 1992. Un’icona. Alfredo lo abbiamo tutti amato e ammirato. Famiglia originaria dell’Elba, genovese del quartiere Sampierdarena, tifoso all’acqua di rose della Samp. Splendidi i suoi racconti: l’oro mondiale di Novella Calligaris a Belgrado, il record dell’ora di Francesco Moser a Città del Messico, il trionfo del Settebello alle Olimpiadi di Barcellona, davanti agli occhi smarriti del Re di Spagna e della consorte Sofia.
Il naso generoso in mezzo alla faccia obliqua, molto ligure, e quella voce da sballo. Tre pacchetti di sigarette al giorno, quasi una sfida a un altro mito della radio: Enrico Ameri buonanima, curava la voce mangiando aringhe e succhiando liquirizia e mentine. Provenzali, Ameri e il leggendario Sandro Ciotti, a completare il trio dei grandi. E Roberto Bortoluzzi, l’inventore e primo conduttore di «Tutto il calcio minuto per minuto». Una formidabile scuola di radiocronisti. A Genova la prima volta di Provenzali al microfono, per una partita della Samp. Allo stadio Marassi, poco più in là, impegnato nella telecronaca, Nicolò Carosio.
Provenzali, un pezzo di storia Rai. Gli studi in ingegneria navale mollati ad un solo esame alla laurea: s’era preso per il giornalismo. Ha lavorato da inviato in tutto il mondo. E i viaggi di lavoro hanno contribuito ad arricchirne l’hobby di collezionista di carte da gioco. Appassionato velista all’Elba e autentica autorità nelle piscine. Un numero uno in coppia con Sandro Castellano, nell’ambiente della pallanuoto. Gran competente e intelligente umorista, buon amico di Giorgio Pannella e sodale di Eraldo Pizzo, si deve a lui il soprannome «caimano» che accompagna l’ex fuoriclasse.
Signore d’altri tempi, si è distinto non solo come dispensatore di forti emozioni: la puntualità è stata una delle sue innumerevoli virtù. Da qui il soprannome «Transenna»: arrivava negli impianti con abbondante anticipo, mai si è fatto prendere in contropiede. Anzi no: una volta si è scoperto spiazzato. Emozionato e commosso quando ha ritirato il premio dell’Unione Italiana Ciechi: tremila persone e un’interminabile ovazione. I ciechi avevano potuto vedere e godere il calcio e lo sport attraverso la voce di Provenzali. «Qui noi, a te Alfredo».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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