Francesco Baiano, allenatore ed ex calciatore del Napoli, ha avuto la fortuna di conoscere da vicino Diego Armando Maradona. Questo il suo ricordo a TuttoC.com a poche ore dalla scomparsa del fuoriclasse argentino:
Una notizia inaspettata, si sapeva stesse male però…
“Sì, esattamente. Sapevamo che non stesse bene dopo l’operazione ma non potevamo aspettarci una cosa del genere, visto che aveva 60 anni. Appena dieci giorni fa la situazione sembrava ben diversa. Ho perso una persona della quale ho ricordi indelebili, la cosa che mi è rimasta più nel cuore è sicuramente la sua umitò. Nonostante fosse il più grande, lui era umile, non amava le persone potenti. Aveva un cuore grandissimo e si è sempre battutto per i più deboli, come i bambini. Tutti l’amavano, ci metteva la faccia per andare contro il potere”.
Il mondo del calcio è frastornato, come ricordarlo?
“Sicuramente da parte del Napoli intitolare lo stadio sarebbe un bel gesto, magari un impianto nuovo che abbia il nome di Maradona. Non era nato a Napoli ma la gente lo ha sempre trattato come suo figlio”.
Un aneddoto che vi lega?
“Sicuramente lui mi aveva adottato, io avevo appena sedici anni e mezzo e già quando ero in Primavera lui veniva a vedere la partita da dietro la porta e mi dava dei consigli tra primo e secondo tempo. Questa cosa ogni volta mi faceva rimanere estasiato. Sono entrato in prima squadra e mi ha fatto da fratello maggiore, dandomi dei consigli, mi ha sempre protetto. Già dai primi passi mi ha sempre tutelato, fin quando sono rimasto al Napoli è stato un punto di riferimento. Quando hai sedici anni e hai davanti a te il dio del calcio cerchi di apprendere i suoi consigli che forse erano più grandi di me, lui faceva delle cose impensabili, impossibili per tutti gli altri”.
Vedi un suo possibile successore?
“Ci sono oggi grandi campioni, vedi Messi, ma non potranno mai arrivare a Maradona, lui era una stella inarrivabile per personalità, estrosità, umiltà e per la sua grandezza come giocatore. Faceva delle cose anche in allenamento che lasciavano stupefatti. Se vieni amato così tanto sia nel tuo paese che fuori è perché hai fatto qualcosa di straordinario. Tutti amavano Diego come giocatore, le cose che ci ha fatto vedere lui ci hanno fatto emozionare. Chi ama il calcio non può non amare Maradona”.
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