Senza volerlo era diventato un fenomeno di propaganda elettorale. Centocinque milioni, tanto era costato Hans Jeppson ad Achille Lauro, per prelevarlo dall’Atalanta e portarlo a Napoli: 75 milioni alla società e 30, in valuta estera e depositati in Svizzera sul conto del calciatore. Un acquisto boom. Mai era stata pagata una cifra simile. E per farlo rendere al meglio vennero acquistate due ali coi fiocchi: Bruno Pesaola e Giancarlo Vitali. Da lì a poco, il Comandante, giù presidente onorario di un club in liquidazione, raggiunse il suo scopo: venne eletto sindaco della città. Ma Jeppson non ha mai dato peso a quell’etichetta di «mister centocinque milioni». Piuttosto gli divertiva l’altro soprannome, «’O banco ’e Napule». Ed ogni volta che veniva atterrato, i tifosi allo stadio Collana al Vomero si disperavano: “Maronna, è caruto ‘o banco ‘e Napule”. «Ma noi ci rialzavamo subito per non dare la soddisfazione agli avversari di averci fatto del male», raccontò lo svedese cinque anni fa in occasione di una visita a Fuorigrotta per il ritorno in A del Napoli di De Laurentiis. «Nel calcio, il ritmo è sostanziale. E determinanti sono i fondamentali, come il movimento senza palla, correre con intelligenza, effettuare una triangolazione oppure un lancio», spiegò in sala stampa ai giornalisti più giovani.
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