E’ tornata la calma: i giocatori dell’Ebolitana sono tornati nel pomeriggio nello spogliatoio dov’era avvenuta, il giorno precedente, l’invasione degli ultras. Non per allenarsi, perché non c’era la forza né la voglia.
Nella mente dei giocatori il fresco ricordo di quei momenti terribili quando, intorno alle 15, un nutrito gruppo di persone dalle intenzioni non proprio pacifiche, ha fatto irruzione nello spogliatoio con spranghe e catene. Un quarto d’ora di panico e confusione, agitazione e paura. Negli occhi dei tesserati ancora le nitide immagini di quei momenti, trascorsi al buio di un rifugio, a resistere all’assalto barricandosi in un gabinetto.
Alcuni erano ancora scossi, lo saranno anche oggi, alla ripresa degli allenamenti per la trasferta de L’Aquila. Ha provato a tranquillizzarli il ds Antonio Ciccarone, dimissionario come tutti gli altri membri della società. «Sono intervenuto da padre e ho detto ai ragazzi che sono dei professionisti e che devono stare tranquilli. La situazione, però, non è facile e non escludo che alcuni scelgano di andar via».
Come Elio Nigro, che dopo l’increscioso accaduto aveva espresso le sue intenzioni con un post su facebook: «Con le lacrime agli occhi e un immenso dolore nel cuore, devo decidere di abbandonare la squadra della mia città. Ho una vita oltre il calcio, con un bambino in arrivo e una famiglia a cui pensare». Episodio che resterà indelebile nella memoria di Gaetano Toscano: «Sono stati momenti terribili, nei quali ho temuto il peggio – ha confessato il centrocampista – Per fortuna i facinorosi non sono riusciti ad entrare dove ci eravamo rifugiati. Ora c’è paura, la cosa potrebbe accadere di nuovo».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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