L’accordo su Recovery Fund e sul Bilancio europeo 2021-2027 arriva all’alba del quinto giorno di trattative serrate tra i 27 Paesi del Consiglio europeo. Un lungo applauso liberatorio ha approvato l’ultimo compromesso proposto dal presidente Charles Michel, che prevede 750 miliardi in dotazione al Recovery Fund, di cui 390 miliardi in aiuti a fondo perduto a sostegno dei Paesi più colpiti dall’emergenza Coronavirus, mentre il Bilancio Ue è fissato a 1.074 miliardi. Per l’Italia resta la quota maggiore di aiuti europei, con 209 miliardi in totale, ripartiti in 82 miliardi in sussidi e 127 miliardi in prestiti.
Passa anche l’accordo sulla gestione dei fondi, con il “super-freno” chiesto a gran voce dai Paesi Frugali ridimensionato a strumento da usare solo in casi eccezionali. Su richiesta della delegazione italiana, sarà la Commissione ad avere competenza sulla procedura. Viene meno quindi la possibilità che un solo Paese possa far valere il potere di veto per bloccare i fondi per un singolo membro. In caso di attivazione del “super-freno”, poi, la procedura non dovrà durare più di tre mesi.
È stato un summit quasi da record quello concluso sugli aiuti per la pandemia. Iniziato alle 10 di venerdì scorso, per 25 minuti non ha superato il primato precedente di quattro giorni e cinque ore e mezzo del vertice Ue di Nizza nel 2000, quando i Paesi membri approvarono la Carta dei diritti fondamentali dell’Ue.
Una «giornata storica» secondo Emmanuel Macron e Giuseppe Conte. Così come di «tappa storica» parla la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, grazie alla quale «l’Europa ha la possibilità di uscire più forte dalla crisi», con una dotazione finanziaria complessiva di circa 1.800 miliardi: «un pacchetto senza precedenti».
La quota di prestiti prevista dal Recovery Fund allontana secondo Conte la necessità per l’Italia di fare ricorso al Mes, per il quale finora c’è stata «un’attenzione morbosa» e che «non è il nostro obiettivo – ha detto il premier italiano a conclusione del vertice Ue – Il piano che oggi approviamo ha assoluta priorità nell’interesse dell’Italia.
Incassato l’accordo sulla quota di aiuti e prestiti, anche per l’Italia è il momento di mettere nero su bianco come quei fondi saranno impiegati. Un pacchetto di progetti per il «Piano di Rilancio» già pronto, secondo il premier Conte, «condiviso con tutte le componenti della società. Rimane un ultimo confronto con le opposizione». Nei prossimi giorni sarà costituita una task force, stavolta chiamata a decidere quali saranno le priorità del piano italiano. Ancora nessun nome da parte di Conte su chi dovrà guidare questo gruppo di lavoro.
Fonte: Open.online
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