Scannarsi con l’Assocalciatori non è un problema. Ma guai ad ammettere che esistano casi di fuori rosa all’interno di un club: l’espressione è severamente vietata. Le società hanno alzato al massimo il livello di attenzione sull’argomento: nessuno vuole farsi cogliere in castagna con un caso di epurazione. La serie A è piena di separati in casa, ma i presidenti si sono organizzati affinché, anche di fronte alle questioni più spinose, possano sempre rispondere: «Qui da noi non esistono fuori rosa». Il nastro parte, non appena si tenta di far chiarezza. Allora l’attenzione si sposta sulla gestione delle rose extra large, sui calciatori che si allenano a parte, su quelli che non partecipano ai ritiri o alle tournèe: quelli che non fanno più parte dei progetti sportivi. In tutti i casi, ci si muove in modo scientifico dentro il reticolato delle norme: i giocatori che non rientrano nei piani del tecnico li vedi comunque lavorare con un preparatore atletico. Medico e strutture a disposizione, sedute programmate. Al Napoli, Cigarini, Rinaudo e Bogliacino, che pure fanno parte della lista partenti, faticano con i compagni. De Laurentiis, invece, si è accordato con Dalla Bona: l’ex Chelsea ha ancora un anno di contratto, ma si allena per i fatti suoi a Bergamo. È un pacifico fuori rosa. Per questo, si può dire.
La Redazione
C.T.
Fonte: La Stampa
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