Si dice che le buone notizie non facciano notizia. Ma questa è una notizia straordinaria per il diretto interessato, per il calcio e per tutti quelli che ogni giorno combattono con le avversità essendo uno stimolo a non mollare. Eric Abidal ricorderà a lungo martedì 9 ottobre: esattamente dopo 223 giorni ha toccato un pallone, riprendendo contatto con il lavoro e, in qualche maniera, con la “sua” vita. Il suo è stato un calvario: la grave malattia e quella che era parsa l’uscita dal tunnel, la serata straordinaria di Wembley quando Pep Guardiola decisa di mandarlo in campo dal primo minuto contro il Manchester United. Poi la ricaduta, il trapianto di fegato, un intervento chirurgico complesso, durato nove ore, cominciato nel pomeriggio di un giorno qualunque di aprile e terminato in piena notte. Poi il lento e progressivo recupero, quindi gli allenamenti in Val d’Aran insieme al fidato preparatore. Martedì scorso i primi calci a un pallone, la fine di una attesa, anche angosciante, durata 223 giorni. “Era da tanto tempo che sognavo di toccare una palla. Oggi l’ho fatto per la prima volta. Sono affaticato ma felice”. L’ultima volta il pallone lo aveva toccato vestendo la maglia della sua nazionale, la Francia, contro la Germania: era il 29 febbraio. Ora spera di tornare ad allenarsi con i compagni del Barcellona a partire dal prossimo mese e di tornare in campo a dicembre. E quello sarà la fine di un incubo e l’inizio di un sogno.
Fonte: Il Corriere dello Sport.it
La Redazione
M.V.
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