Giancarlo Abete conferma la notizia anticipata da Cesare Prandelli due settimane fa: la Nazionale sarà presto a Quarto, sul campo della squadra che partecipa al torneo di Promozione e gioca la durissima partita per la legalità. «Ho parlato con il dottor Ardituro, il magistrato della Dda che segue da vicino la società, e ho ricevuto una lettera del commissario del club, accogliendo con molto favore la richiesta di una visita a dirigenti e giocatori che lanciano messaggi positivi. Gli stessi in cui fortemente credono la Figc e la Nazionale», spiega il presidente federale nell’intervista al Mattino.
Cosa pensa del movimento sulla legalità che si è creato a Quarto, dove la squadra di calcio è stata sottratta al controllo della camorra?
«C’è un serio e importante impegno da parte dei magistrati, dell’associazione antiracket e degli esponenti locali del calcio. Ancora una volta lo sport si propone come eccezionale strumento in certe aree difficili del Paese, che dobbiamo tenere in considerazione e rispettare. La Federcalcio è molto sensibile su questi argomenti, sul rispetto della legalità, e lo abbiamo dimostrato nello scorso novembre recandoci in Calabria, nella località di Rizziconi, su un campo di calcio confiscato alla malavita, dove la Nazionale ha effettuato un allenamento».
Dopo il raid vandalico al campo del Quarto si è mobilitato il mondo dello sport.
«Ho apprezzato la lettera del campione di sciabola Occhiuzzi, un grande atleta napoletano, al Mattino e l’intervento del commissario tecnico Prandelli sul tema della legalità da far rispettare anche attraverso lo sport. C’è stato poi modo di approfondire il discorso con il dottor Ardituro, con cui ho parlato due giorni fa. A lui ho assicurato l’appoggio della Federcalcio alle iniziative adottate dalla società».
È stata chiesta la presenza della Nazionale su quel campo, magari in occasione della possibile amichevole al San Paolo del 14 novembre con la Francia.
«Abbiamo parlato con il sindaco di Napoli, De Magistris. Noi vogliamo riportare la Nazionale al San Paolo, ma se questo avvenisse per l’amichevole con la Francia in programma tra due mesi verrebbe meno la possibilità di organizzare a Fuorigrotta una partita ufficiale, valida per le qualificazioni mondiali, contro una delle nostre avversarie: Bulgaria, Repubblica Ceca, Armenia. Stiamo valutando la situazione proprio in queste ore, anche perché potrebbero esservi problemi organizzativi per la visita a Quarto a causa dei tempi ristretti, se si giocasse l’amichevole di febbraio a Napoli».
Quale potrebbe essere la soluzione per consentire a Prandelli e alla Federcalcio di incontrare questa squadra?
«Se venisse stabilito di giocare a Napoli una gara delle qualificazioni mondiali, in programma nel 2013, anticiperemmo i tempi della visita di una delegazione della Nazionale, composta dal tecnico, da dirigenti e da una rappresentanza dei giocatori. I tempi sarebbero brevi, perché teniamo a questo impegno nei confronti di chi lavora per far valere qualsiasi forma di legalità».
Nei giorni scorsi, dopo i cori degli ultrà del Pianura contro il magistrato Ardituro, si è diffusa la notizia di cinque squadre che avrebbero chiesto di non essere inserite nel girone del Quarto in questo campionato.
«È una voce che il presidente del Comitato campano della Federcalcio, Colonna, ha negato, chiarendo che mai sono pervenute tali richieste. Io ho origini campane, ho frequentato molti campi della regione e so quanto possa essere complicata l’organizzazione dei tornei per problemi collegati a cattivi rapporti tra le tifoserie o altre questioni. I chiarimenti forniti sono stati chiari».
Ma una squadra che gioca prima per il calcio pulito e poi per vincere le partite rischia di essere ingombrante?
«Non lo è, non deve esserlo. Le altre squadre e le altre componenti del settore devono accompagnare il progetto del Quarto. È necessario da parte di tutti uno scatto di responsabilità e di orgoglio. I destinatari del messaggio sono tanti. La responsabilità dello sport in generale e del calcio in particolare è tenuta ben presente dalla Federazione: sappiamo che chi vive in determinati territori ha bisogno di un supporto per portare avanti le proprie battaglie».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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