Nessuno può escludere a priori l’inciucio. Tant’è vero che nel quartier generale dell’Italia a Wieliczka, dirigenti e giocatori non hanno alcuna certezza. «Qui, come per farci forza, ci ripetiamo che non ci sarà un comportamento antisportivo, ma è inutile illuderci. Perché è già successo e non solo tra la Danimarca e la la Svezia. Se decisono di farci fuori, sarà biscotto». Restano nell’anonimato certe affermazioni, ascoltate già nella notte di Poznan.
Il timore è grande almeno quanto la delusione per il pareggio contro la Croazia di giovedì pomeriggio. «Pensiamo a noi stessi e non agli altri. Commetteremmo un grande errore psicologico e di sostanza se non capissimo che dobbiamo segnare all’Irlanda e che non dobbiamo avere la testa altrove. Sarebbe il massimo essere eliminati per responsabilità solo nostre». Il presidente federale Giancarlo Abete avverte chi sta spostando l’attenzione sulla partita di Danzica. Prima di pensare alle figuracce delle nostre rivali, bisogna evitare di farne in campo. Basta tornare a due anni fa. In Sudafrica. Lì due pareggi e una sconfitta, con il ritorno a casa più triste di sempre dopo la prima fase, senza nemmeno un successo, come mai era capitato all’Italia in un mondiale. Flop storico da non ripetere. «Serve la massima concentrazione sul nostro match. Ci dobbiamo preoccupare di segnare i gol, magari più di uno per stare tranquilli». Perché non c’è solo il 2-2, come punteggio, da mettere in conto. «Se il pareggio tra la Spagna e la Croazia è 1-1, rischiamo di andare fuori lo stesso se non facciamo più reti del solito. Qui ne abbiamo segnata al massimo una. Mi sembra che per noi di questi tempi non è facile fare tanti gol». Cesare Prandelli, per la verità, la pensa diversamente. «Basta vincere 1-0 e saremo qualificati». Come Buffon, anche il ct non ha alcun dubbio sulla sportività della Spagna. «Perché ha fatto dell’immagine, del gioco e dello spettacolo il suo marchio di fabbrica. È diversa da tutte: cerca il risultato attraverso il gioco».
Abete, e in questo caso è in sintonia con Prandelli, non crede al possibile patto: «Il calcio è accompagnato da polemiche e da sospetti. A noi, però, deve interessare solo l’obiettivo: il passaggio del turno. Quindi chiudiamo a cinque punti e vediamo che succede. Io mi fido delle parole di Del Bosque: la Spagna è campione del mondo e d’Europa, ha peso nella politica sportiva. A Danzica sarà una partita vera. Ma la nostra priorità è l’Irlanda, senza sprecare energie su cose che non ci appartengono». Si infastidisce quando ascolta critiche dalla Croazia e dalla Spagna. L’Italia, in piena Scommessopoli, per loro dovrebbe stare zitta: «Rispetto ad altri paesi, abbiamo avuto la capacità di individuare e sanzionare situazioni negative. Sono contro le generalizzazioni: è una forma di inciviltà assoluta».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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