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Abete: “La priorità è la legge sugli stadi. Ecco cosa penso sull’omessa denuncia…”

"La responsabilità oggettiva è un istituto presente in tutti i codici di disciplina internazionali"

Il presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio Giancarlo Abete è intervenuto a Sky Sport 24. Ecco quanto sottolineato da IamNaples.it dalla lunga intervista rilasciata:

“E’ stato un anno ottimo sia per la Nazionale maggiore che per le giovanili e quella femminile, con lo splendido lavoro compiuto da Prandelli, Sacchi, Viscidi e tanti altri. La priorità del nostro calcio è la legge sugli stadi che deve essere affrontata agli inizi della prossima legislatura. Elezioni in Lega, il lavoro di Abodi? La Serie B ha compiuto un’ottima scelta riguardo al boxing  day, quando ero presidente della Lega di C approfittavamo della pausa della A e della B per giocare noi. C’era anche il Totocalcio, quindi la possibilità di ottenere degli introiti. La riforma della Lega Pro è sicuramente una positiva novità, darà più valore anche al campionato di Serie D. La riduzione delle squadre in Serie A non è una priorità perché anche in Francia, Spagna ed Inghilterra ci sono venti compagini nella massima categoria. Non solo non c’è una maggioranza disponibile a tale cambiamento in Lega e poi l’argomento non è mai stato al centro dell’agenda. La reale priorità è la legge sugli stadi per risolvere i problemi di competitività del nostro calcio. Riguardo alla formazione italiana più forte degli ultimi trent’anni ecco le scelte di Abete: Buffon, Bergomi, Scirea, Cannavaro, Maldini, Conti, Pirlo, Tardelli, Totti, Del Piero, Paolo Rossi. Il commissario tecnico è l’ultimo campione del mondo, Marcello Lippi. La responsabilità oggettiva è un istituto presente in Fifa, Uefa ed in tutti i codici di disciplina internazionali, è una realtà consolidata sulla questione della violenza negli stadi. Riguardo al calcioscommesse, è importante che il Parlamento rafforzi la legge del 1989 sulla frode sportiva. Bisogna lavorare sulle attenuanti e sulla prevenzione. Riguardo all’omessa denuncia, comprendo che il mondo del calcio è anche un po’ “parolaio” ma stiamo parlando di un codice di giustizia sportiva che promuove comportamenti di rettitudine. Non so cosa succederebbe se noi legittimassimo l’idea che qualsiasi giocatore può parlare di eventuali illeciti senza l’obbligo per tutti quelli che ne sono a conoscenza di denunciare l’accaduto. Comprendo le complessità, ma non riesco a ritenere possibile un cambiamento in tal senso. Le parole di Agnelli? Sono un imprenditore e conosco la differenza tra la gestione di un’azienda e quella di un’associazione che deve fare sintesi tra tante realtà. Penso che il presidente Agnelli abbia cognizione della difficoltà di fare sintesi anche già solo nella Confindustria del calcio. Mi ricordo di un’intervista estiva in cui Agnelli diceva che a luglio ci sarebbe stata una nuova governance e ciò non è avvenuto proprio per le sopraccitate difficoltà. Oltre alla critica, ci deve essere la capacità da parte di tutti di cambiare; le modifiche alle regole si fanno tutti insieme. Auguri di Buon Anno a tutti”

La Redazione

C.T.

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