«La riflessione di Aurelio De Laurentiis è legittima, è evidente che c’è un problema di tempistica nelle sentenze sul calcioscomesse». È passata appena una nottata tra la sentenza di primo grado della Disciplinare che penalizza di due punti il Napoli e la presa di posizione del presidente della Figc, Giancarlo Abete. Un intervento, quello del numero uno della Federcalcio, che va nella direzione invocata dal patron azzurro: «C’è un iter in corso seguito con grande attenzione. Come ha ricordato Petrucci siamo ancora al primo tempo. De Laurentiis ha espresso una posizione che ritengo troverà ulteriore lievito nell’ambito di quelle che sono le situazioni collegate ai passaggi successivi del Napoli e dei legali che tutelano i tesserati. È evidente che c’è un problema di tempistiche».
L’accusa del Napoli, quella di una penalizzazione tardiva, oltre che ingiustificata, che «altera irrimediabilmente un campionato in corso di svolgimento», trova subito un alleato prezioso. Diversa, però, la posizione sulla responsabilità oggettiva: «È prevista negli ordinamenti sportivi della Fifa, della Uefa: poi c’è tutto un lavoro da fare a livello di attenuanti collegate alle attività di prevenzione che sono svolte dalle società. Ma non bisogna però commettere l’errore che sia il principio da essere in qualche modo azzerato».
Perché, come si sa, se un tesserato (nel caso del Napoli, l’ex terzo portiere Matteo Gianello) sbaglia e cede alla tentazione, o soltanto prova a pensare di poter combinare una partita, a pagare è la società. Si chiama responsabilità oggettiva e, come ha ribadito ciecamente la sentenza di primo grado, «è un’architrave della giustizia sportiva». E la sensazione è che tale resterà nonostante nel mondo del pallone stia crescendo un partito trasversale che vorrebbe abolirla. O, almeno, rivederla.
Ma incassato il sostegno virtuale del capo del calcio italiano, De Laurentiis è pronto ad andare all’attacco: oggi alla Corte di Giustizia federale il Napoli presenta formalmente l’appello contro la sentenza di primo grado e la penalizzazione. Stessa cosa faranno gli avvocati Malagnini e Delle Donne, legali di Paolo Cannavaro e Grava, e lo stesso difensore di Matteo Gianello, Chiacchio. «L’unica nostra finalità – spiega Chiacchio – è di essere da supporto al Napoli anche se alcune dichiarazioni hanno fatto tentennare Gianello a presentare il ricorso». A turbare l’ex terzo portiere, la minaccia di un risarcimento danni milionario ventilato dai legali del club azzurro. La strategia del legale dell’ex terzo portiere punta a derubrica il reato contestato da illecito sportivo in slealtà sportiva (ex articolo 1). Cosa non di poco conto: una condanna per slealtà sportiva non prevede penalizzazioni per il club.
Per questo la partita in secondo grado è aperta, tra l’assoluzione e la via del compromesso, un ritocco al ribasso di un punto quasi a lanciare il terzo grado, il ricorso al Tnas. I tempi: il Napoli ha fretta. E la Corte potrebbe fissare la prima udienza per l’appello nei primi dieci giorni del prossimo mese, probabilmente tra il 4 e il 10 gennaio.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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