“La Figc è soddisfatta dell’Europeo azzurro per risultato, gioco e immagine – spiega il presidente della Figc Giacarlo Abete nella conferenza conclusiva di Euro 2012 -. In un momento difficile del calcio, la Nazionale ha riconciliato la gente con il pallone. Ringrazio il presidente Napolitano che ci riceverà a Roma e il Presidente del Consiglio Monti, presente a Kiev alla finale. Rapporti di forza del sistema calcio da rivedere, rispetto alla Lega? Mai la Lega ha avuto un ruolo così insignificante, rispetto alla Federazione. L’assenza di un loro progetto determina un danno per il sistema calcio. Non c’è un interlocutore. Non c’erano presidenti di serie A a Kiev? Speriamo ci sia un coinvolgimento più ampio, in futuro. I risultati positivi della Nazionale non imbavagliano nessuna inchiesta sportiva. Nè implicano indulti o amnistie, e non sarebbe stato così neanche in caso di vittoria in finale. Chi ha sbagliato paga, ma ci sono organi deputati a giudicare”.
ATTACCO — All’indomani della sconfitta in finale con la Spagna, Abete coglie l’occasione per uno sfogo insolito per il suo tradizionale aplomb. E da cui parte per disegnare il futuro di una federazione e di una nazionale che saranno sempre più a marchio Prandelli. Dal contributo dei club non si può però prescindere ed è proprio in questo che Abete individua le maggiori responsabilità. “Il problema principale – ha detto – è che mai la Lega ha avuto con noi un ruolo così insignificante: non ha rappresentanti nel consiglio federale, non è determinante, come in passato, nell’elezione del presidente. C’è una sommatoria di interessi individuali che ha fatto venir meno una proposta e quindi una possibilità di interlocuzione”.
PROBLEMA CALENDARI — Anche se sono pure i calendari internazionali che comprimono lo spazio per gli azzurri: “In due anni – ha detto – avremo a disposizione nove settimane. Dobbiamo puntare a un lavoro giornaliero che coinvolga anche le giovanili per integrarle in un progetto. Il problema però rimane sempre il ruolo delle nazionali rispetto ai club”. Abete ha parlato anche dei temi legati alla giustizia sportiva, rivolgendosi, in particolare all’ex pm di Calciopoli, Giuseppe Narducci ed al giornalista Marco Travaglio. “Voglio tranquillizzarli – ha detto – nessuno mai ha pensato a indulti o colpi di spugna. Neanche se avessimo vinto noi 4-0. Poi capisco che bisogna presentare i libri, ma la federazione non ci ha davvero mai pensato, chi commette degli errori paga. Narducci, che ho visto ha avuto problemi anche come assessore con De Magistris a Napoli, può stare tranquillo. Una sola cosa dico: io ho sempre tifato Italia, e mi vergogno di chi non tifa Italia”.
Fonte: gazzetta.it
La Redazione
R.D.G.
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