Dal Napoli, al Napoli. E’ la strana storia di Abel Hernandez, attaccante uruguagio, segnalato e scartato dal Napoli nel 2007, ed ora sul punto di essere acquistato da De Laurentiis ed inserito nel parco attaccanti di Benitez. Zamparini, pur confermando una sorta di prelazione del Napoli, assicura di voler tenere il calciatore per un altro anno mentre l’entourage di Hernandez spinge per farlo restare in serie A, dirottandolo appunto verso Castelvolturno. Sarà un braccio di ferro destinato a durare ancora un po’. A giorni dovrebbe arrivare in Italia, Pablo Bentancur, che tra l’altro avanza anche un premio di valorizzazione in caso di cessione di Cavani avendolo appoggiato lui al Danubio nel 2004. E se ne riparlerà sicuramente. Il manager non vuole che il suo assistito giochi in serie B con il Palermo.
LE REMORE – Nel 2007, fu proprio Bentancur, manager di origini messicane ma trapiantato da anni a Montevideo, a proporre Abel Hernandez al Napoli. Ne parlò con Pierpaolo Marino: «Prendete questo ragazzo, si chiama Abel Hernandez, è un fenomeno. Vedrete, nel tempo diventerà più forte di Cavani che ora è a Palermo» , ripeteva il procuratore. Il giovanotto militava nel Central Espanol, formazione del massimo campionato uruguagio. Al debutto in prima squadra, aveva segnato cinque gol in quattro gare. Ben messo fisicamente, già in orbita Under 20, di piede mancino, abile nel gioco aereo, scattante quanto cinico in zona-gol. « Costa un milione e mezzo di euro», aggiunse Bentancur. Sembrava troppo per un quasi sconosciuto. Ma Pierpaolo Marino attivò ugualmente la sua rete di informatori. Venne a sapere che Hernandez aveva un’anomalia cardiaca pur non impedendogli di giocare a calcio. E lasciò perdere subito. A Bentancur, che al Napoli aveva dirottato già Gargano, rispose :«Il ragazzo non ci interessa. E poi, la valutazione ci sembra eccessiva».
L’INCONTRO – Ma Hernandez sognava l’Italia. Così ad ottobre del 2008 venne portato in prova al Genoa, dietro interessamento dell’allora collaboratore di Bentancur, D’Ippolito. Durante questa breve permanenza, Hernandez ebbe modo di veder giocare dal vivo il Napoli e perdere per 3-2. Era in tribuna con la tuta rossoblu, accanto a Bentancur, ed a fine partita andò a salutare il connazionale Gargano. Ma dopo una settimana, venne scartato anche dal Genoa. Hernandez non superò le visite mediche e se ne tornò in Uruguay per giocare nel Penarol le prime gare del torneo d’apertura, segnando tre gol in tre partite.
IN SICILIA – A gennaio del 2009, si fece avanti il Palermo. C’era ancora Cavani da quelle parti. Hernandez soffriva di un’aritmia ventricolare. Il club di Zamparini ne acquistò la metà, peraltro condizionata all’idoneità fisica. L’uruguagio l’ottenne grazie a un intervento cardiologico e da allora ha cominciato a mostrare il suo talento. Se non fosse stato frenato per uno stiramento e poi per la rottura dei legamenti durante un ritiro con la nazionale. Intanto, il Palermo ha riscatto anche l’altra metà, lasciando al suo manager, Bentancur appunto una percentuale importante in caso di cessione.
AL NAPOLI – Oggi Hernandez, 23 anni appena, è un calciatore pienamente recuperato. Ha realizzato quattro gol in Confederation Cup e ha fornito un assist. Al Palermo è legato da contratto fino al 2016. E guadagna meno di cinquecentomila euro a stagione. La sua valutazione si aggira intorno ai sei milioni di euro. Ed il suo manager, Bentancur, sta spingendo affinché il suo assistito lasci l’isola ed approdi in un club di serie A. Sarebbe tornato alla carica con il Napoli, parlando stavolta direttamente con De Laurentiis che conobbe personalmente durante un tour del patron in Sudamerica. Usando le stesse parole di sei anni addietro: «Prendetelo, diventerà più forte di Cavani».
Fonte: Il Corriere dello Sport
La Redazione
M.V.
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