Un Napoli insolitamente sterile in attacco non va oltre lo 0-0 a Udine: terzo pareggio e secondo senza reti consecutivi. Non sono le prospettive più incoraggianti per la grande sfida lanciata alla Juventus.
C’è da dire che a Udine il Napoli s’era presentato con un certo piglio: anche per riscattare le opache prestazioni fra Europa e campionato delle ultime due settimane, i giocatori azzurri contro l’Udinese sono partiti carichi e vogliosi. Hanno anche prodotto qualche sporadica trama interessante, ma sono stati rari sprazzi di gioco in una gara davvero povera di contenuti tecnici, da entrambe le parti. Innalzamenti di ritmo non sono mancati, ma gli errori di misura sono difficili da contare, nel susseguirsi delle manovre imbastite dalle due squadre opposte al “Friuli”. Nemmeno una parata per De Sanctis, solo una di Padelli su colpo di testa pericoloso di Hamsik, e tantissimi appoggi e lanci imprecisi. Per il resto molta buona volontà, discreto agonismo da parte dei ventidue in campo, ma di tiri in porta neanche l’ombra.
Il Napoli è partito forte e la strategia sembrava quella di cercare il vantaggio immediato per impostare la gara sul contropiede per chiudere poi il conto. Invece, dopo i primi minuti che hanno prodotto qualche acuto, gli uomini di Mazzarri hanno faticato enormemente ad avvicinarsi alla porta bianconera. Mesto ha offerto al 4’ una palla d’oro a Cavani e Insigne, entrambi leggermente in ritardo. Ma da quel momento, la stessa ala destra non ha più indovinato un solo cross, lasciando emergere tutti i suoi limiti tecnici, non troppo diversamente da Armero, che dall’altro lato raramente lanciava un traversone interessante. Con un handicap così, difficile sperare che siano le fasce a procurare occasioni da rete.
In verità, nel primo tempo le due squadre sembravano annullarsi per uniformità di tattiche: entrambe piuttosto lunghe in campo, cercavano ripartenze veloci, ma entrambe fallivano i passaggi decisivi nell’ultimo quarto di campo. 90’ per Insigne sono stati un’eccezione, eppure Lorenzo mai così poco si era meritato di giocare tutta la partita: tanti gli errori anche da parte sua, lui che ultimamente spesso si incaponisce con la palla al piede ed è insolitamente impreciso negli assist.
La prima frazione ha visto prevalere il Napoli come gioco macinato, ma la squadra è rimasta sempre troppo lunga e disordinata, senza mostrare organizzazione. Lo stesso Cavani che, mal servito, cercava di tornare a centrocampo per prender palla, finiva per togliere l’orientamento necessario che di solito fornisce il vertice della linea offensiva. Eppure, qualche spazio l’Udinese lo ha concesso, mentre Guidolin provava invano a convincere i suoi a giocare più corti. Il suo modulo, impostato per affollare il centrocampo, in fase di non possesso era in pratica un 3-4-1-1-1, con Pereyra, Muriel e Di Natale quasi in fila indiana. Pronti poi a spaziare e muoversi con una certa libertà nelle accelerazioni offensive, per non dare riferimenti alla difesa azzurra. Difesa che invece è stata egregia (come sempre ben coadiuvata da Behrami), unico aspetto lieto di una serata così infruttuosa: Cannavaro e Britos – un po’ meno Campagnaro – non hanno commesso sbavature.
Nel secondo tempo Mazzarri ha dimostrato di avere tutta la voglia di vincere che serve a chi intende pensare in grande. La squadra è tornata sul terreno di gioco più decisa, e al 53’una grande azione di prima Cavani-Insigne-Hamsik non ha portato i frutti sperati. Poco più tardi il tecnico ha inserito Pandev, non per Insigne ma per Inler, rischiando più presto del solito. Ma proprio in quel momento Guidolin è riuscito a trovare la quadratura del cerchio e persuadere i suoi a compattarsi: l’ultima mezz’ora di gioco l’Udinese l’ha giocata con massima densità degli undici in campo. Dopo l’ingresso di Pandev ed il conseguente 3-4-3 con Hamsik in mediana, Mazzarri ha rimescolato di nuovo le carte: dentro Dzemaili per Cannavaro e 4-3-3 più equilibrato. Ma ancora una volta nessun frutto, anche se a questo punto difficilmente si poteva rimproverare qualcosa al mister azzurro. Se non la tardiva sostituzione di Mesto, rimpiazzato da Zuniga a fine gara dopo una prestazione davvero deludente. E se non il fatto che questo Napoli non riesce più a giocar bene e a segnare.
A cura di Lorenzo Licciardi
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro