Il day after del Napoli è ovviamente di quelli con poca voglia di sorridere e parlare. Dura da mandar giù l’esclusione londinese. Ma la parola d’ordine, dettata anche da Lavezzi, è: dimenticare. Dimenticare in fretta. Perché se la grande Europa del pallone è malamente andata – ma dopo un percorso comunque straordinario -, restano in piedi gli altri due obiettivi: la rincorsa al terzo posto in campionato (quello con vista sulla Champions della prossima stagione) e la coppa Italia. Che ovviamente sarebbero consolazioni niente male. E allora, subito al lavoro. E subito, se possibile, con la testa all’Udinese prossimo avversario. Domenica, al Friuli, sarà scontro diretto per la proprietà di quel quarto posto oggi in condominio. E non è tutto, perché la Lazio, terza ora con appena due punti di vantaggio e con qualche problema di squalifiche e infortuni, farà visita al Catania.
I TEMPI – Cosicché, per gli azzurri, un giorno per ricucire il morale e due per ritrovare la forma campionato. Quella che nelle ultime cinque partite gli ha fatto mettere in fila cinque successi l’uno dietro l’altro. E’ quel passo, quella determinazione, quell’organizzazione di gioco che Mazzarri chiede ai suoi di ritrovare. Già, ma con quale squadra, con quale formazione dopo gli acciacchi e le fatiche, anche supplementari, dello Stamford Bridge? Insomma, Mazzarri cambierà? Farà riposare un po’ dei suoi, considerando che di qui al sette aprile il Napoli giocherà ogni quattro giorni tra campionato e coppa Italia? Sissignori, ci sarà il turn over. Le cose cambieranno in difesa, a centrocampo e anche là davanti, mentre l’assenza di Maggio a Udine è praticamente certa. Però per il suo esterno di destra il Napoli tira comunque un sospiro di sollievo. La “stecca” che gli ha rifilato Sturridge e che l’ha costretto ad abbandonare il campo non ha fatto ulteriori danni. La tibia ha resistito al colpo. Nulla di rotto. “Solo” una terribile contusione che chiede un po’ di giorni per essere assorbita. E fermo, ieri, pure Campagnaro, il quale ha rimediato, invece, un pestone a un piede. Dovrebbe recuperare, l’argentino. Ma comunque vada, lui domenica sera resterà a riposo. Così come Cannavaro. Una rivoluzione, insomma, quella in terza fila, con Fernandez che darà il cambio a Campagnaro, e Britos centrale per il capitano. Conferma, invece, per Aronica a sinistra. Una difesa, dunque, che non s’è mai vista prima. Nuova e anche un po’ sperimentale.
COSA CAMBIA – Entrate ed uscite anche in mezzo al campo. Assente Maggio, è scontato lo spostamento di Zuniga a destra, mentre Dossena andrà dall’altra. Riposo, invece, per Gargano che pure a Londra non s’è risparmiato. Dzemaili-Inler, dunque, la coppia centrale che s’annuncia. Una soluzione, questa, già sperimentata. In attacco, invece, troverà posto dall’inizio Pandev. A dargli il cambio, uno tra Cavani e il Pocho, con Lavezzi in “vantaggio” per il posto in panchina. Rispetto alla partita contro il Chelsea, dunque, tra infortuni e scelte, potrebbero essere addirittura cinque gli azzurri tirati via dal campo: Campagnaro, Cannavaro, Maggio, Gargano e poi una punta. Al loro posto: Fernandez, Britos, Dzemaili, Dossena e Pandev. Un turn over dettato dalla contingenza. Dove “contingenza” sta, sì, per le fatiche inglesi da smaltire, ma anche per il calendario che aspetta gli azzurri di qui a ventuno giorni: Udinese, poi la semifinale di coppa Italia con il Siena, quindi, in successione, il Catania in casa e le trasferte di Torino con la Juve e di Roma con la Lazio. Insomma, dato l’addio alla Champions, in tre settimane il Napoli si disegnerà il futuro che è rimasto: la finale della Coppa Italia e, anche, o soprattutto, l’assalto al terzo posto.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.