Un grande tra i grandi: e, visto che ci siamo, il conto alla rovescia diventa inevitabile. Meno tre e poi la faccia sorridente, quel volto scavato tra la capigliatura fluente, diviene un simbolo per l’eternità: la top ten è al di là della siepe, un saltello dei suoi per afferrare e abbattere Hasse Jeppson, il cosiddetto Banco ‘e Napule. E sì, tre reti ancora per buttar giù quel gigante e lasciarselo alle spalle, tra i cannonieri di sempre: è l’ora del matador, che ormai intravede quota cinquanta, distante un niente, un tap in, un colpo di testa, una girata al volo, un gol insomma.
CHE MEDIA!- E’ tornato Cavani, ammesso che sia mai scomparso: ma ora che s’è (ri)messo a segnare come sa, praticamente ogni domenica, se la passa meglio pure il Napoli. Undici reti in campionato, tanto per gradire, e la ritrovata fiducia dal dischetto riconquistata con il Bologna: pareva una maledizione, dopo gli errori suoi della passata stagione (con il Catania e con l’Udinese) e quelli di Hamsik di quest’anno (con Inter e Juventus), l’uruguayano è tornato freddo, glaciale, implacabile. Riecco Cavani, a modo suo, una rasoiata al Genoa – prima della sosta natalizia – un capolavoro alla «Favorita» e poi il rigorista del bel tempo che fu per mettere assieme tre reti una dietro l’altra e sistemarsi a quarantanove.
CHE PIRATA! – I conti non mentono (quasi) mai e Cavani ha una capacità realizzativa che quasi non fa differenza tra partite interne e imprese esterne: delle sue quarantanove invenzioni in maglia azzurra, diciannove sono state realizzate lontano dal San Paolo, sette delle quali tra Europa League e Champions. La statistica è con il Matador che ha realizzato la sua prima doppietta in assoluto con il Napoli a Boras, contro l’Elfsborg, e che in Olanda, ad Utrecht, ha invece messo a segno la sua prima tripletta partenopea.
NESSUNA PAURA- Un anno e mezzo di Cavani, radiografato attraverso le abitudini, raccontano di un attaccante senza macchia e senza paura, una sorta di macchina gioiosa (e anche infernale) che non si ferma quasi mai. Il Matador ha segnato la sua prima rete in campionato a Firenze nella giornata d’esordio della passata stagione e la sua prima doppietta in campionato, ma guarda un po’, sempre lontano dal San Paolo, stavolta a Cesena, nell’ abbuffata del 4-1.
VOGLIA DI…- Certe cose non si dicono, si fanno: e allora, per cominciare, Cavani insegue quota cinquanta, con la maglia del Napoli, traguardo considerevole, perché ormai intravisto dopo appena diciotto mesi dal suo avvento; poi, un’occhiata alla classifica dei goleador di tutti i tempi del club azzurro, dove l’uruguayano occupa l’undicesimo posto, a tre lunghezze dal decimo; e però, sottovoce ma non troppo, il desiderio è lo scettro dei bomber di serie A, premio simbolico però appagante: Totò Di Natale l’anno scorso sfilò via nel finale, quando il Matador dovette fermarsi per squalifica e per calo fisiologico.
LA CURIOSITA’- Ha raccontato Cavani, tra le pieghe d’un campionato vissuto ancora da protagonista, tra prodezze a ripetizione, di non porsi limiti: « Lavoriamo per migliorarci sempre, per crescere, perché siamo conosapevoli della nostra forza». Diciannove gol in trasferta, il Cavani da esportazione non sfigura al confronto del matador formato interno e tra i gioiellini di stagione va inserito anche il contropiede a Manchester, in casa del City, fulminante invenzioni con Maggio. Curiosità: ogni volta che Cavani segna in trasferta, il Napoli esce imbattuto; principio sconfessato solo una volta nella passata stagione (a Palermo) e una nel torneo in corso (a Catania). La Sicilia è lontana.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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