E’ la somma che fa il totale: e in questo stadio virtuale, un’addizione di strutture che mette assieme il Manuzzi di Cesena e il Bentegodi di Verona, l’Etihad di Manchester e il Meazza interista di Milano, la Napoli d’esportazione si ritrova con i conti che tornano e un poster ch’è passione allo stato puro. Si riparte, il sacco in spalla, il ticket in mano e San Siro che aspetta: quattromila biglietti venduti per mandare esaurito il settore ospiti e riservato ai possessori di tessera del tifoso, almeno altri duemila napoletani del Nord annunciati qua e là, la stima è fatta e il pieno d’euforia con seimila bodyguard al seguito è garantito, per l’ennesima trasferta da vivere in compagnia d’un popolo capace di stupire. A prescindere.
QUANTI SONO – Milano è l’epicentro dell’ennesimo ritrovo collettivo, il parco della felicità dove convergere con lo striscione del Napoli club di Castiglione delle Stiviere, la passeggiata per chi vive a Varese o a Lecco, a Parma o a Bologna o a Modena e nel proprio calendario ha già segnato (in azzurro) le date irrinunciabili del personalissimo campionato: l’Inter è l’appuntamento da non perdere e un’occasione del genere muove la folla da qualsiasi zona d’un Settentrione che ha partenopei ovunque.
DALL’ESTERO – In quattromila, anzi di più: perché sono partiti anche dalla Svizzera gli amici di Inler, dalla Spagna i fans di De Sanctis e in questo San Siro trasformato in una torre di Babele ci saranno spicchi di napoletanità ovunque, mischiata tra una folla che come sempre tracima, va ben oltre la normalità e diviene straordinaria.
I PRECEDENTI – Il primo esodo, a Cesena, annuncia una stagione straripante e la curva del Manuzzi è scenografia allo stato puro, con poco meno di cinquemila spettatori garantiti dalla prevendita: ma quando segna Lavezzi, la percezione che ci siano almeno altri duemila sostenitori azzurri in altre zone. Poi Manchester, cifre blindate: duemi-lasettecentosei posti a sedere e il «salottino» inglese viene totalmente occupato. L’infrasettimanale di campionato non fa scemare l’attenzione, né il richiamo: pure a Verona, serata rivelatasi infausta, c’è una macchia azzurra che domina e sono altri tremila.
TUTTI A MONACO – E’ un anno di vibrazioni, che vive sul tam tam: il Villarreal è appena finito alle spalle, ma le richieste per Monaco (2 novembre, prima ci sarà il Bayern Monaco al San Paolo) sono insistenti. Intanto, per tenersi in allenamento, per non disertare gli eventi, c’è San Siro, c’è l’Inter, c’è una sfida che sa di scudetto e che in seimila – almeno – osserveranno da vicino.
BUSINESS IS BUSINESS – Gli affari sono affari ma il cuore (che di solito staziona di fronte al portafogli) finisce per tirare brutti scherzi: il Napoli di sera è un’attrazione fatale irresistibile, una calamita che trascina ovunque o inchioda alle poltrone di casa, e l’incremento delle notturne ( sei dall’inizio della stagione) ha inciso sull’economia locale. L’ultimo mese ad altissima attenzione s’è sviluppato sempre alle 20,45 e le sfide oramai alle spalle hanno finito per abbattere un po’ i consumi: Confcommercio Napoli, attraverso il presidente Pietro Russo, ha valutato un calo medio del 50% circa nella clientela dei ristoranti, con punte che arrivano persino al 90%.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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