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A San Siro Mazzarri s’affiderà ai titolarissimi: la formazione è già pronta

In difesa giocheranno: Campagnaro, Cannavaro e Britos

Riavvolgete il nastro: perché sembra d’essere tornati indietro di una ventina (una ventina?) d’anni, quando il calcio sapeva essere anche poesia, le immagini in bianco & nero e il sapore delle cose buone racchiuse in una filastrocca via etere. S’usava così, un dì: e declamare la formazione diveniva esercizio mnemonico, però pure una dolcissima cantilena. S’andava dall’uno all’undici, le pause (in genere) al «tre», poi al «sei» e infine, tutto d’un fiato sino all’undici. Giocavano quasi sempre gli stessi, i top player c’erano (eccome se c’erano) ma non si chiamavano così: avevano maglie senza nomi e sprigionavano egualmente suggestioni. Si rischiava poco: esisteva pure la pretattica, e guai, ma le incertezze restavano avvolte nel nulla, nella miseria di organici ristretti. Milan-Napoli è la vigilia che non t’aspetti, perché stavolta – osservando Castelvolturno dall’alto, volendo anche da dentro – non c’è aria di (clamorose) novità e sarà (quasi) scongiurato il pericolo del ballottaggio, quel mistero fitto che tiene in vita quattro giorni di bla-bla-bla intorno ad un interrogativo. 

A VOI – La partitissima è all’orizzonte e Mazzarri – pur evitando di dirlo – finirà per scegliere i titolarissimi, quel Napoli (divenuto) tipo che ormai offre garanzie tattiche e pure psicologiche, un mosaico completato attraverso una serie di rielaborazioni in corso che hanno prodotto lo sforzo dell’allungo, quattro punti su Milan, garantendo l’esposizione del tema con padronanza della sintassi, dell’ortografia, e una varietà di linguaggio da lasciare il Genoa senza parole. Dunque, a loro: a De Sanctis tra i pali e, da destra a sinistra, a Campagnaro-Cannavaro-Britos (prendete fiato….). Linea dei centrocampisti: Maggio-Dzemaili-Behrami-Zuniga (un attimo di silenzio…)…Hamsik (per lasciare lo spazio tra la trequarti e l’attacco, ancora un vuoto d’una frazione di secondo)…Pandev e Cavani. E’ il Napoli che va alla sfida della verità, è il Napoli che sembra annunciato provando ad intrufolarsi nei pensieri sparsi dell’allenatore, nelle sue abitudini, nelle pieghe di valutazioni e di considerazioni che sono ramificate nel campo. 
IL PERCORSO – S’arriva al Napoli per domenica pomeriggio attraverso le deduzioni scaturite dall’ultimo mese, ma anche assorbendo le teorie espresse nel tempo: un «duello» potrebbe scapparci sul centro-sinistra difensivo, la zona meno brillante della retroguardia, assegnata ad un Britos che ogni tanto va in ipnosi. Ma Gamberini è un destro naturale, andrebbe adattato (ancora una volta), e la presenza (probabile) di Pazzini nell’area richiederà centimetri e abilità nello stacco. La catena mancina è quella dove (in teoria) ci si può disperdere in discorsi: ma Zuniga è il proprietario legittimo di quella fascia e con il Genoa è stato fatto riposare per averlo più tonico, più fresco. Riavvolgendo il nastro, il Napoli è (già) fatto. 
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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