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A Pechino ci saranno i sei arbitri

Braschi: "La nostra categoria sarà inflessibile con chi protesta"

La “formula sei” è confermata, con i giudici di porta pronti a entrare in azione l’11 agosto a Pechino per la Supercoppa italiana tra Juventus e Napoli. Marcello Nicchi, presidente dell’Aia, l’ha detto a chiare lettere ieri mattina chiudendo a Sportilia il raduno della Can A. Non è ufficiale, ma a sorvegliare le porte dovrebbero essere arbitri della Can A e B con i guardalinee destinati a fare anche il quarto uomo. Per la nuova formula in campionato, invece bisognerà attendere, forse oltre la prima giornata. «Dobbiamo mettere a punto alcune cose – ha detto Nicchi – rispetto anche alla linee guida internazionali, oltre ad aspetti tecnici vedi le cuffie per dialogare non più a quattro ma a sei. Vorrei ricordare che il sistema per andare a regime ha impiegato due anni. Ne riparleremo il 24 agosto al raduno annuale a Coverciano, dove abbiamo invitato i dirigenti federali e di Lega, aspettando anche il giudice sportivo». Nicchi è ripartito dagli Europei: «Sono venuti messaggi di serenità. Gli azzurri ci hanno dato grandi soddisfazioni e anche i nostri si sono fatti onore. Rizzoli ha diretto alla perfezione. Ora ci aspettiamo un campionato importante».

TOLLERANZA ZERO – Chiarezza e trasparenza le parole d’ordine di Stefano Braschi, responsabile della Can A. Ha focalizzato le ammonizioni per i falli di mano (solo quando si ferma un passaggio diretto a un compagno o è volontario); la valutazione del fuorigioco in caso di retropassaggio (l’azione e il gol sono regolari se una deviazione dell’avversario è per una giocata sbagliata); tolleranza zero verso chi protesta. «Saremo inflessibili – ha detto Braschi – con chi protesta pure nel caso di più giocatori coinvolti. Del resto i nostri giocatori sanno che all’estero non si può fare».

BUONI IN PANCHINA – Stare più tranquilli in panchina è l’altro dictat. «Basta contestare con il quarto uomo – ha osservato Braschi – Nell’ultima stagione abbiamo allontanato 31 allenatori, se dovesse servire arriveremo anche a 50-60. Non vogliamo essere giustizieri, ma fare in modo che questo gioco sia sempre più bello e trasparente col rispetto delle regole».

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

A.S.

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