Mano (sinistra) in alto: e all’alba d’un nuovo giorno, e tutto un altro Napoli. Maggio non c’è, resta a casa, dopo essere uscito dalla clinica Ruesch, dove hanno appena provveduto a ridurre la frattura del quarto metacarpo: c’è quindi Mesto, l’alternativa naturale, che può indossare il fratino, sistemarsi a destra, e ripetere quanto mandato a memoria tra Reggio Calabria e questi cinque mesi d’azzurro vestito. Il codice-Mazzarri per lui non ha segreti e per declamarlo perfettamente, basta ripassare la lezione nella rifinitura di Castelvolturno, utile per lanciare gli ultimi input.
LA SFORTUNA – S’era capito che non esistevano grossi margini d’intervento, anzi che fosse indispensabile fare un salto dal chirurgo: e Christian Maggio s’è svegliato con la consapevolezza di doversi infilare in sala operatoria, restarci più o meno un’ora, e poi rinunciare alla trasferta di Parma, perché lo scivolone del venerdì aveva lasciato tracce evidenti pure nelle lastre. Ricomposizione lampo, come da protocollo, e programma di recupero altrettanto rapido: niente partita odierna, però un raggio di sole per la prossima, che arriva di sabato sera. L’applicazione di un tutore dovrebbe rendere agevole la ripresa della preparazione, poi si valuteranno se sarà il caso di «rischiare» subito Maggio già contro il Catania, o sarà invece più saggio attendere ancora una settimana e far accelerare il cursore sulla corsia dell’Olimpico di Roma, nel «faccia a faccia» per la Champions con la Lazio.
RITOCCHI – Si cambia, per necessità: il giudice sportivo ha tolto Behrami e la mediana resta integralmente svizzera, ma con Dzemaili a far legna e a spruzzare fosforo assieme ad Inler. La strana coppia poi in realtà inedita non è, come sostengono le statistiche di una mezza stagione nella quale i tre inditori con vocazione alla regia si sono espressi in tre circostanze dall’inizio: con il Parma, a Catania e con il Milan. Mai una sconfitta.
COLOMBIA VOLA – A sinistra, pur crescendo Armero, l’intoccabile è Zuniga, eletto da Mazzarri ad uno «dei migliori interpreti europei del ruolo» ed il vincitore indiscutibile, sino a prova contraria, del derby colombiano, per disputare il quale all’ex friulano servirà qualche altra seduta atletica. L’organico comunque offre soluzioni pure in corsa, per eventuali avvicendamenti, avendo Zuniga naturalmente la propensione a giocare a destra e dunque concedendo al tecnico opzioni di vario genere.
PASSO DI GAMBERINI – Interventi annunciati pure in difesa, dove torna Cannavaro, che si riprende il posto e chiaramente la fascia di capitano, si mette in mezzo, tra Campagnaro che gli sta a destra e Britos che gli sta a sinistra, con Gamberini che scivola in panchina e Fernandez e Uvini nell’elenco dei ventidue che osservano e magari aspettano un responso dagli ultimi quattro giorni del mercato per il loro futuro.
MINI TURN OVER – In pratica, rispetto a Firenze, si procede con innesti «obbligati», nel pieno e nel sano rispetto delle gerarchie, che restano inalterate rispetto alla fase iniziale del torneo e che stabiliscono di fatto chi siano i titolarissimi: Goran Pandev è tornato ad esserlo, dopo aver vissuto in un cono d’ombra, complice l’infortunio e l’esplosione di Insigne, che resta un’insidia, come Calaiò. La luce è Cavani.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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