Un po’ per necessità (far riposare Gargano e Inler) e un po’ per obbligo (recuperare posizioni in classifica) Mazzarri stasera presenterà un Napoli super-spinto. E lo fa dopo averne parlato con i diretti interessati. Concede così la scena anche al quarto tenore, Goran Pandev, ma senza per questo far scendere dal palco nessuno degli altri tre. Cambia solo di posizione Hamsik. Arretra sulla linea di centrocampo, come del resto usa giocare nella nazionale slovacca. E Marek, gasato per la rete che ha messo al sicuro la qualificazione agli Ottavi di Champions, risponde: « Obbedisco ». Davanti, un tridente puro, integrale, composto da Pandev, Cavani e Lavezzi, quest’ultimo nostalgico per la lontananza del figlio Tomas (« Non vedo l’ora di abbracciarlo a Natale, mi manca », ha scritto su Twitter).
Non è la prima volta che il Napoli cala sul prato verde il suo poker d’assi. Era successo anche con il Lecce l’altro sabato, e prima ancora, a Monaco di Baviera con il Bayern e poi con la Lazio. Ma è la prima volta, invece, che i quattro intonano il coro fin dalle battute iniziali. Mazzarri sa che Pandev smania, non ce la fa a reggere la panchina; Cavani scalpita per allungare lo score in campionato (è a sei reti); e Lavezzi, pur diffidato, è l’unico capace di «spaccare» in due la partita, nonchè in un momento felice. Osa Mazzarri, sapendo di osare. Avrebbe voluto tenere nascosta la formazione fino all’ultimo ma qualcuno ha «spiato» l’allenamento e non si è potuto sottrarre.
Ovviamente, la curiosità è tanta. Riuscirà la squadra a reggere un atteggiamento così sbarazzino? Saprà il centrocampo, peraltro privo di Gargano e Inler, proteggere adeguatamente la difesa? Per il tecnico toscano è arrivato il momento di pigiare il piede sull’acceleratore. Provare a recuperare in campionato una volta che si è messo alle spalle, e brillantemente, la Champions (almeno fino a febbraio). Mazzarri prova a modellare il suo Napoli sempre più verso un modulo (il tre-quattro-tre) sinonimo di coraggio e sicurezza. E quando sperimentarlo se non in quelle partite dove occorre imporre soggezione all’avversario piuttosto che subirne l’aggressività? Via agli indugi, le risultanze della Champions sono anche queste: autostima e convinzione dei propri mezzi. Ora la parola al campo.
TURN OVER – Stavolta la rotazione riguarderà un reparto in particolare: il centrocampo. Cambiano tre pedine su quattro rispetto alla sfida con il Villarreal. E la rotazione è anche figlia dell’esigenza oltre che della voglia di centrare la terza vittoria fuori casa (l’ultima in casa dell’Inter, il primo ottobre), la seconda in quattro giorni (dopo quella con il Villarreal). Gargano, Inler e Zuniga non sono al top per cui Mazzarri si affiderà a Dzemaili e Dossena e sposterà Hamsik in regia. Ad ogni modo, Gargano, Inler e Zuniga saranno in panchina pronti per subentrare, se occorre. Ma il tecnico è convinto che sul sintetico del «Piola» (che la squadra saggerà stamattina) il suo Napoli sia in grado sprigionare tasso tecnico e personalità. Come a Cesena alla prima di campionato (3-1 per i partenopei). Per supportare questo Napoli a trazione anteriore, certamente Mazzarri avrà chiesto agli esterni (Maggio e Dossena) di stringere al centro in fase passiva e di tenere le posizioni invece di avventurarsi in sortite offensive.
L’unico reparto invariato è la difesa. E per Aronica si profila la quarta partita consecutiva in tredici giorni ma in quello spogliatoio gli straordinari si fanno ben volentieri.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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