Il Napoli manca il primo tentativo di passaggio del girone. Una vittoria contro il Salisburgo avrebbe garantito gli ottavi di finale con ben due turni d’anticipo, cosa mai successa negli ultimi anni, ma gli azzurri non vanno oltre l’1-1 contro gli austriaci. Non si può dire che non ci abbia provato la squadra di Carlo Ancelotti, anzi ha creato tante occasioni da gol, ma ancora una volta è venuta meno la lucidità sotto porta. Centrare soltanto 3 volte lo specchio dopo aver totalizzato 30 tiri è troppo poco per potersi portare a casa la vittoria. Ma allora qual è il problema? Tecnico non è una spiegazione credibile perché di qualità nella rosa ce n’è tanta, quindi è mentale a rigor di logica.
E’ evidente che i calciatori non ci stiano con la testa e infatti, guarda caso, a fine gara il clima s’è fatto rovente. Il tutto è cominciato con la scelta di Ancelotti di non partecipare alla conferenza stampa post-partita suscitando stupore tra i giornalisti in sala. Da quel momento è cresciuta in tutti l’agitazione e l’ansia di capirci qualcosa in più, darsi una motivazione ad un gesto inusuale da parte di un uomo della sua professionalità che non si è mai tirato indietro di fronte a nulla. Inizialmente i colleghi di Sky hanno svelato che i giocatori azzurri, su permesso concordato dal presidente De Laurentiis, avrebbero interrotto momentaneamente il ritiro per poi riprenderlo stamane, ma ciò che è uscito fuori alle prime luci dell’alba ha dell’incredibile.
Altro che permesso concordato, i calciatori avrebbero si sarebbero ribellati e avrebbero interrotto bruscamente il ritiro recandosi di loro sponte verso le loro abitazioni personali mentre sarebbe stato il solo Ancelotti, insieme con lo staff, a tornare a Castel Volturno (anche se piuttosto tardi). Le prime impressioni sono che i giocatori abbiano reagito così per la promessa non mantenuta di sospensione del ritiro da parte della società, fatto sta che la questione è da chiarire al più presto.
Davanti ad un caos del genere, francamente, tutto passa in secondo piano, ma rispettiamo l’iter della nostra rubrica “A mente fredda” analizzando la partita di ieri.
Finalmente Hirving Lozano: ‘El Chucky’ segna solo gol pesanti
Lo aspettavamo da tanto tempo e finalmente è arrivato il secondo gol in maglia azzurra per El Chucky Lozano. Dopo la rete all’esordio in casa della Juventus l’entusiasmo era alle stelle, eppure da quel momento in poi il messicano è calato sempre più di rendimento.
Nel momento in cui opinionisti, giornalisti e tifosi ponevano dubbi sulla sua validità, ecco che arriva il lampo che spezza l’incantesimo. L’ex PSV realizza un’altra rete pesantissima che salva il Napoli da quella che sarebbe stata una tremenda sconfitta, inoltre si regala la prima gioia personale sul terreno di gioco del San Paolo. Il gol però è solo la ciliegina sulla torta di una prestazione nel complesso brillante che lo incorona MVP della serata tra le fila azzurre. Lozano scatta, dribbla, crea gioco e costringe gli avversari a compiere tanti falli su di lui: queste cose le fa solo chi è dotato di grande tecnica, speriamo solo possa dare continuità alla prova di ieri sera.
Koulibaly manda in campo il “cugino”: che fine ha fatto Kalidou?
Come Vladimir ed Estragon aspettano Godot nel celebre romanzo di Samuel Beckett del 1952, in casa Napoli si aspetta da tempo Kalidou Koulibaly. “Non arriverà oggi, ma domani” si sentono dire più volte i due protagonisti e proprio come loro i tifosi del Napoli (e non) aspettano con ansia l’arrivo, anzi il ritorno in questo caso, del centrale azzurro ormai colonna portante della squadra.
L’opera si colloca nel contesto del cosiddetto “teatro dell’assurdo” ed infatti è a dir poco assurdo il calo di rendimento vertiginoso di questo ragazzo. Da quando è iniziata la stagione è irriconoscibile, sembra che abbia mandato in campo il cugino. Alcuni danno la colpa al ritardo di condizione dovuto alla Coppa d’Africa, ma ormai l’annata è cominciata da un po’ e la situazione non cambia. Con quel rigore causato ingenuamente per l’1-0 del Salisburgo ha macchiato un’altra prestazione che, seppur in rialzo poi nel corso della partita, non è sufficiente per uno come lui che non è solito ad errori del genere. Il senegalese sembra confuso e spaesato dopo l’addio di Albiol (non è una critica a Manolas), occorre recuperarlo al più presto. Il clima non è dei migliori per riuscire nell’intento, ma Ancelotti ha l’esperienza e la personalità giusta per rovesciare la situazione.
Di Lorenzo e Luperto: il tandem che dà sicurezza ad Ancelotti
Decisamente meglio sugli esterni la difesa del Napoli ieri sera. Sulla sinistra parte Mario Rui, autore però di un primo tempo per nulla sufficiente, tant’è che costringe Ancelotti a mandarlo in panchina da subito all’inizio del secondo tempo. Al suo posto Luperto, buttato nella mischia in una sfida non facile.
Come all’andata, il giovane difensore azzurro prende parte al match contro gli austriaci. Questa volta viene impiegato da terzino e non da centrale, ma poco cambia. Questo ragazzo dimostra ancora una volta di avere grande personalità a dispetto dei suoi 23 anni e, seppur non dotato di una tecnica sopraffina, fa il suo sulla corsia di sinistra. Nonostante tutto Luperto si spinge spesso anche in avanti andando più volte al cross, oltre che a difendere con ordine ed attenzione: di questo passo scalerà le gerarchie di questa squadra in tempi brevi.
Non è più una novità, ormai, l’altro esterno Di Lorenzo. L’ex Empoli presidia la fascia destra insieme a Callejon in maniera eccellente mostrando ancora le doti che lo caratterizzano: grinta, lucidità in fase difensiva e grande gamba per quella offensiva. Il classe ’96 di Castelnuovo di Garfagnana sembra che calchi questi palcoscenici da anni e anni e non si fa intimorire dalle scorribande fulminee degli uomini di Marsch, garantendo al contempo un grande apporto alle azioni di contrattacco del Napoli uscendo spesso e volentieri palla al piede in maniera brillante. In questo clima di caos, pertanto, una cosa è certa: Carlo Ancelotti può far fede su un pacchetto di esterni di assoluto valore.
Insigne trascinatore ma manca il gol: sfortuna o testa altrove?
Dopo gli screzi con Ancelotti, che inevitabilmente si sono riflettute sul rendimento in campo, Lorenzo Insigne ha ripreso a giocare come sa. Era troppo importante per questo Napoli che non può prescindere dalla tecnica in più che il suo capitano offre quando è in campo. Il numero 24 azzurro ha decisamente cambiato passo da qualche partita a questa parte ed anche ieri lo ha dimostrato.
Tra gli uomini simbolo della squadra, Insigne ha sfiorato più volte il gol che avrebbe certamente messo K.O. un ottimo Salisburgo. Le occasioni mancate, però, cominciano a diventare tante. Il problema non è ovviamente tecnico (le lodi fatte fino a poco fa perderebbero di senso), ma allora qual è la causa di questa grossa mancanza di lucidità sotto porta? Tutti gli indizi portano ad una condizione psicologica logorata ormai da tempo che trova espressione in errori così gravi. Il tutto poi esplode al termine della gara con la reazione nota a tutti che è solo la naturale conseguenza di un momento mentale negativo di una squadra intera.
In ultima analisi, onestamente è un grosso sforzo parlare delle cose di campo in un clima così rovente. Ma non è questo però il momento di crollare. Se da un lato un colpo di coda così forte potrebbe provocare finalmente un cambio di rotta, dall’altro il gesto messo in essere da Insigne e lo spogliatoio tutto è scorretto. I giocatori azzurri, capitanati dai leader dello spogliatoio, voltano completamente le spalle alla società mettendo nei “guai” anche il loro allenatore, una scelta che può avere gravi ripercussioni su tutto l’ambiente oltre che macchiare la loro professionalità. La questione deve rientrare in tempi brevi, altrimenti c’è il rischio che il tutto vada a sfasciarsi…
Giuseppe Migliaccio
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