Meno due: preparate le valigie, perché Londra è al di là dell’oblò, la terra d’un sogno da afferrare tutti assieme e appassionatamente nella notte delle stelle. Meno due: e quella scia luminosa che sta per atterrare su Gatwick è una striscia incontenibile di felicità che uomini, donne e bambini esibiscono con fierezza, consapevoli delle difficoltà e però colmi d’ottimismo. Napoli 3, Chelsea 1: si ricomincia ed è un bel vedere, avvicinandosi al Tamigi, perché in quel santurario del calcio moderno ch’è Stamford Bridge, non ci sarà un attimo di sosta, né un pizzico di solitudine.
QUANTI SONO – Ciò che rimane di quella prevendita lampo, d’una febbre collettiva esplose sin dal giorno del sorteggio e poi deflagrata impetuosamente lunedì, è il dato ufficiale dei napoletani a Londra, duemilasettecento fans sistemati nel West Stand, il settore degli ospiti, chi in alto e chi in basso e comunque una poltrona con vista sulle panchine e (soprattutto) sui quarti di finale d’una Champions indimenticabile.
SI VA – Volare, oh oh, in un mercoledì cerchiato d’azzurro da un bel po’, scarabocchiando sulla propria agenda per cancellare ogni appuntamento precedentemente fissato: si fa la Storia e mancare non è possibile. Londra è ai piedi della scaletta, soprattutto, perché dopodomani, quando l’alba del nuovo giorno illuminerà Napoli, da Capodichino si va incontro alla favola: il primo charter, alle 7.15, avvierà la scia di cinque aerei completamente a prova di tifo, una sequenza ritmata che continuerà alle 10.15, si arricchirà intorno all’ora di pranzo di due voli di linea già esauriti da un bel po’, e si concluderà alle 13.05 con l’ultima spedizione, pure quella resa abbondante da circa 180 supporters. In novecento, dunque, si metteranno in viaggio direttamente mercoledì.
LO SCALO DELLA SPERANZA – I duemilasettecento che ce l’hanno fatta, al San Paolo o via Internet, hanno scelto le strade più varie: c’è chi parte in auto (da Padova, da Salerno, dalla Costiera Sorrentina), c’è la maggior parte che s’è infilato su uno dei cinque voli che in giornata trascineranno a Londra; c’è chi va direttamente a Roma e parte da Capodichino e chi invece farà scalo a Milano e c’è soprattutto un esercito di circa duemila tifosi (e dunque siamo quasi a cinquemila), che si affida al proprio santo protettore, sperando in un miracolo, magari di acquistare qualcosa dinnanzi a Stamford Bridge, di convincere i disaffezionati abbonati dei blues a ceder loro un tagliando, sfidando persino le aste che viaggiano sul web e che hanno trasformato il prezzo ufficiale d’ingresso da 65 euro in un oggetto per amatori da 400 euro. L’onda lunga si metterà comunque in moto, anche se sabato si sono registrare le prime disdette: ma la maggior parte continuerà a crederci, almeno fino a prova contraria. E, l’alternativa, sarà rappresentata dal pub.
MESSAGGIO – Partire è un po’ anche rischiare ma il Napoli, a scanso di equivoci, ha invitato i tifosi, con un lungo e dettagliato messaggio sul sito della società, a desistere: «Se un sostenitore azzurro dovesse acquistare un biglietto che non sia quello del settore ospiti, sarà immediatamente allontanato dallo stadio. Gli steward del Chelsea provvederanno ai controlli all’imbocco dei tornelli». Ma ci sono anche suggerimenti su un codice etico da rispettare rigorosamente: «E’ proibito portare all’interno dello stadio oggetti che possano compromettere la sicurezza pubblica. Chiunque dovesse farlo, sarà allontanato. E chi avrà accesso allo stadio potrà occupare esclusivamente il posto assegnato e non potrà spostarsi senza l’autorizzazione di un funzionario di Polizia. All’interno di Stamford Bridge esiste uno spazio limitato per l’esposizione di striscioni o bandiere che non devono ostruire la visione agli altri spettatori e non devono comprire cartelli pubblicitari. Né saranno consentite parole o immagini offensive o minacciose».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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