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A lezione da Rafa. Quando Garcia studiava il Valencia di Benitez. Domani ennesima sfida tra allievo e maestro‏

Si affronteranno domani. Uno con il peso di dover confermare quanto di buono fatto lo scorso anno, l’altro con il dovere di ricondurre una rosa, dopo un mercato contrario alle sue aspettative, nei posti che le competono. Inutile dire che entrambi hanno bisogno di una sola cosa: la vittoria.

Garcia e Benitez, allievo e maestro. Il primo , dopo l’inaspettato regalo del Genoa e dopo la sonora “lezione tedesca” da cui sembra non essersi ripreso, cerca punti per consolidare il primato, sperando che la cattiva sorte della Juve di Allegri continui ancora un po’. L’altro, Benitez, di cattiva sorte comincia ad intendersene, soprattutto dopo Bergamo. E la paurosa costante del portiere avversario migliore in campo contro il Napoli a rovinare il fegato di mister e tifosi.

Sabato uno di fronte all’altro, uno contro l’altro. Per tre punti fondamentali per entrambi. C’è un primato da difendere ed un terzo posto da agguantare. E sette punti di distacco che a fine giornata potrebbero essere dieci, così come potrebbero essere quattro.

Allievo e maestro, Garcia e Benitez. Con il primo che cominciò la sua carriera da allenatore con penna e taccuino, a prendere appunti. Proprio dal Valencia di Benitez. E fu subito stregato da quel tecnico (allora) giovane, con idee innovative, pronto a vincere tutto al Mestalla.

L’allievo cresce, fa esperienza. Si fa le ossa su diverse panchine francesi. Mostra qualità, al Saint Etienne, al Digione e al Le Mans. È pronto per il grande salto, per un big francese. È il 2010 e Garcia siede sulla panchina del Lille. Dall’altro lato anche Benitez è andato avanti. Chiusa la fantastica parentesi al Valencia vola in Inghilterra, a Liverpool. Qui si presenta subito con il botto. Champions vinta ai danni del favoritissimo Milan. Da 0-3 a 3-3, e vittoria ai rigori grazie al “balletto” di Dudek.

È il momento di affrontarsi, su di un campo di calcio. Rafa con il Liverpool, Rudi con il Lille. È il 2010, sono i sedicesimi di Europa League. Garcia stupisce tutti all’andata: 1-0. Grazie al gol di un allora sconosciuto Eden Hazard. Rudi batte Rafa. Ma è solo il primo round. Al ritorno Benitez mette le cose in chiaro: 3-0 e tutti a casa. Il primo set è di Benitez.

Passano gli anni. Garcia vince tutto in Francia con il Lille, Benitez porta il Chelsea alla conquista dell’Europa League. Per entrambi è il momento del salto in Serie A. Garcia da relativo sconosciuto accetta la panchina della Roma e il progetto di ricostruire una squadra reduce da due campionati fallimentari. Benitez cede alla lusinghe di De Laurentiis ed invece approda sulla panchina del Napoli. Entrambe le squadre sono ambiziose, entrambe ansiose di interrompere il dominio della Juve che in Serie A dura da troppo tempo.

Il primo round va a Garcia che, tra mille polemiche, vince il primo Roma-Napoli della stagione. I giallorossi volano. Il Napoli, dopo un inizio ottimo rallenta, e si stabilizza al terzo posto. Sembra che l’allievo sia riuscito a superare il maestro. Sembra, perché il maestro Rafa ha ancora molto da insegnare allo studente Garcia. Le successive tre sfide, due di Coppa Italia e una di campionato, saranno un’autentica lezione di calcio di Benitez a Garcia. Un po’ come ai tempi di Valencia, con Rudi che, metaforicamente stavolta, si ritrova di nuovo con penna e taccuino, pronto a prendere altri appunti.

Alla fine Garcia ottiene il secondo posto, Benitez vince la Coppa Italia. Primo anno positivo per entrambi, con Benitez che però, per il momento batte Garcia ancora per 4-2. Tutto in attesa del nuovo incontro, quello di domani. Avrà imparato l’allievo Garcia come battere Benitez? O il maestro Rafa riuscirà ancora una volta a sorprendere Rudi? Per scoprirlo non ci resta che guardare Napoli-Roma.

Servizio a cura di Giancarlo Di Stadio

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