Originale. Quanto meno originale. Il Napoli ritrova Nicola Rizzoli, Andrea Stefani e Renato Faverani, ovvero il primo giudice di porta e gli altri due guardalinee della scintillante e velenosissima finale di Supercoppa a Pechino. Originale che Stefano Braschi «ripeschi» il terzetto esattamente 24 ore dopo la richiesta di patteggiamento da 69mila euro (37mila da pagare direttamente dal patron De Laurentiis più altri 32 mila attraverso le casse della società azzurre) per la mancata partecipazione del Napoli alla premiazione di Supercoppa che di fatto dovrebbe chiudere, se la Disciplinare accetterà il patteggiamento, il caso Pechino. Originale, ovvio, non solo per questo ma anche perché Nicola Rizzoli, architetto di Mirandola, ritorna a fare l’arbitro centrale, quello che meglio sa fare in assoluto, dopo due gare da giudice di linea: Fiorentina-Cagliari e soprattutto la fatidica Catania-Juventus. Da illustre giudice di porta, al Cibali, Nicola Rizzoli, al momento top referee del calcio italiano, visto che ha partecipato agli Europei e che è stato votato come il migliore lo scorso anno dagli stessi calciatori di serie A, è stato il protagonista principale: appoggiato al palo della porta di Buffon, con lo scopo di moltiplicare gli occhi in area di rigore, ha preso una grossa cantonata, favorendo involontariamente i bianconeri e sfavorendo involontariamente sia il Catania che chi è in lotta con la Juve per lo scudetto. Ovvero l’Inter e il Napoli, che torna a incontrare tra due giorni. L’arbitro e il guardalinee Maggiani in un primo momento avevano visto bene e lui, Rizzoli, invece ha fatto scoppiare la più clamorosa delle bufere stagionali. A dimostrazione che l’introduzione degli «assistenti di porta», a partire dalla Supercoppa di Pechino e dunque per la prima volta anche in serie A, ha forse fatto statisticamente diminuire i fallacci in area, ma non certo risolto situazioni così delicate. Con conseguenti proteste e il ritorno ai sospetti sulla famigerata «sudditanza psicologica». In un clima del genere, dunque, appare originale la scelta di inviare ad arbitrare Genoa-Napoli proprio Nicola Rizzoli, 41 anni da Mirandola, sposato, professione architetto, residenza al centro di Bologna e soprattutto ex pupillo di Pierluigi Collina. E altrettanto originale la presenza, appena 3 mesi dopo la trasferta in Cina del terzetto che più dello stesso Mazzoleni, l’arbitro centrale, scatenarono le ire del Napoli e di De Laurentiis. Una f erita che brucia ancora nel clan azzurro: la squadra di Mazzarri va due volte in vantaggio contro la Juventus, subisce il 2-2 con un rigore generoso, decretato proprio dal giudice di porta (Rizzoli) e dal primo assistente (Faverani). Prima dei supplementari Pandev si fa espellere per un insulto all’altro guardalinee (Stefani),seguito a ruota da Zuniga, cacciato per doppia ammonizione (la prima era discutibile). C’è poi un altro lungo elenco di lamentele, che vanno da due penalty reclamati da Behrami a un parolaccia di Lichtsteiner all’assistente Faverani fino alla cacciata dal campo di Mazzarri protesta in maniera vibrante e viene cacciato. Il Napoli, per tutto ciò, diserta il post gara. Braschi, il designatore, sceglie Rizzoli (e gli altri due) per dirigere una delle gare più delicate di questo inizio di stagione tra il Genoa in piena crisi e il Napoli, 1 vittoria nelle ultime 4 gare di campionato. Un appunto: da arbitro di porta, Rizzoli è stato definito perfetto dalla commissione arbitrale dopo Spagna-Francia dell’ultimo Europeo. Gli sarebbe toccata la finale se non l’avesse giocata proprio l’Italia. Gli tocca Marassi. E non è poco.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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