Stop & go: seguendo il metodo Benitez, che tanto chiede ed altrettanto concede. Il settimo non si riposa, non sia mai, e lo spettacolo del week-end nella soleggiata Castelvolturno, vacanzieri che s’intravedono in lontananza e spingono all’”invidia”, è in una “doppia” massacrante, spalmata tra l’alba ed il tramonto, prima di concedersi quarantottore di riposo per lanciarsi a tutta sul campionato che ormai sta per presentare il Bologna al San Paolo. Si gioca e però in famiglia, utilizzando i metodi d’un calcio che non tramonta mai: Napoli A contro Napoli B, si sarebbe scritto un dì, e pur aggiornando il linguaggio, la formula va di moda pure nel Terzo Millennio. L’erba di casa è più verde, sicuramente meno dispendiosa dal punto di vista nervoso e senza complicazioni logistiche con le quali andare a scontrarsi: perché andarsene in giro per la Penisola, avendo un organico abbondante e Primavera eventualmente utili per consentirsi una amichevole in piena regola? Così sarà in questa domenica mattina, evitando il traffico (inevitabile) e guadagnandoci persino una seduta in più, prima di lasciare al Napoli la possibilità di rifiatare: il tour de force è già all’orizzonte e la “scaletta” sfruttata in passato ha concesso straordinari frutti.
MODERNISMO – Quello madrileno è affidato al web, ad un sito che Rafa Benitez aggiorna e utilizza per dialogare con la gente, per farsi conoscere, per diffondere le proprie tesi e le personalissime teorie, per aiutare a capire come mai, ad esempio «sia possibile lavorare in modo da prevenire e ridurre il numero degli infortuni» . Sta per cominciare un anno agonisticamente terribile, trentotto di campionato e poi la Champions e la Coppa Italia e poi le Nazionali e le trasferte, i fusi orari, le gare ravvicinate in tre-quattro giorni, un calendario stracolmo di appuntamenti: «Ma i miei sforzi hanno avuto sempre successo, con poche eccezioni. Ma è chiaro che il basso numero di infortuni e i trofei vinti sono stati il risultato di un lavoro professionale e della cooperazione tra lo staff» .
CLIC – La comunicazione, ai tempi di Benitez, è materia prima da maneggiare con cura, con l’altruismo di chi conosce le esigenze dell’universo e la saggezza di chi ha scelto di non porre veli – e men che meno d’erigere mura – con quell’esercito di tifosi affamato di curiosità e di sempre più fresche nozioni anche tecniche o di gestione. «Nessuna squadra è immune dagli infortuni, particolarmente quelle che giocano di più: scorgendo la lista delle partite, si può comprendere che ottobre e novembre siano i mesi in cui capitino i maggior numeri di problemi fisici. E nonostante ciò, il tempo speso lontano dal campo a causa di incidenti muscolari è stato, nelle mie squadre, di dieci giorni inferiore rispetto alla durata di quelli dell’Inter. Strano….» .
ATTENZIONE! – Si riparte, tra un po’: con in testa il tormento di quei gol su palle inattive (la spada di Damocle di ieri, di oggi, di sempre) che puntualmente s’è ripresentato e che va combattuto attraverso le esercitazioni e con la fisicità di una difesa che – a uomo o a zona – in passato ha mostrato d’avere lacune, riproposte in quest’avvio di stagione persino a Cesena, nell’ultima amichevole a ranghi ridottissimi. Meno sette al via: nell’agenda c’è pure quest’aspetto. Go….
Fonte: Il Corriere dello Sport
La Redazione
M.V.
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