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A Cagliari sarà una partita ricca d’incognite

Il Napoli deve tornare a dire la sua in campionato, dove negli ultimi tempi ha perso un po’ di terreno ma soprattutto autorevolezza e brillantezza in una competizione in cui è candidato a lottare per i primi posti. Una partita come quella di Cagliari non è facile per rilanciarsi, e proprio per questo una prestazione convincente sarebbe fondamentale. Ma Mazzarri avrà diversi problemi da risolvere.

CAGLIARI PERICOLOSO – Dal cambio di panchina, è noto, i sardi hanno operato una scalata in classifica significativa, ma soprattutto progressi sul piano del gioco e dell’efficacia. La mano di Pulga è molto concreta ed ha restituito convinzione a un gruppo fondamentalmente già rodato ed affiatato. Quella di Lopez ha sistemato la difesa, che tuttavia nelle ultime uscite ha scricchiolato un po’, dopo diversi turni di solidità. Il Napoli in versione isolana, però, dovrà fare a meno di Cavani e Pandev, pertanto avrà il problema di dover trovare soluzioni alternative per infilarsi nella linea a quattro dei padroni di casa. Il Cagliari, dalla sua, in verità ha soprattutto il trio di centrocampo, ben assortito e, come detto, collaudato. Conti-Dessena-Nainggolan hanno qualità e quantità, e davanti a loro agisce Cossu, rientrato da qualche partita e gradualmente reinserito negli schemi. Nella formazione titolare si è fatto largo anche il giovane attaccante Sau, in gran forma e capace di segnare anche all’Inter: andrà tenuto d’occhio.

NAPOLI SENZA ATTACCO – Squalificato Cavani, Mazzarri non recupera nemmeno Pandev, sempre malconcio alla caviglia. Il mister sembra intenzionato a rinunciare ad una prima punta e giocare con il solo Insigne come terminale avanzato. L’alternativa più ovvia sarebbe quella di affiancargli Vargas, ma sembra che il tecnico sia propenso a optare per l’inserimento di Dzemaili. In difesa mancherà Campagnaro, al suo posto Gamberini, che cederà il lato sinistro a Britos.
Le probabili formazioni:

SISTEMARE LA DIFESA – Il modo più immediato per fare progressi, è quello di lavorare sui propri errori: ultimamente, il Napoli ha palesato un nuovo vizio ricorrente, quello delle marcature molli nella zona appena fuori l’aria di rigore. Per mancanza di pressing, proprio a ridosso del limite erano posizionati sia El Sharaawy che Danielsson, gli autori delle ultime reti subite dal Napoli, ma in molte altre occasioni ultimamente gli azzurri hanno concesso troppo spazio agli avversari in quella parte del campo. E, più in generale, una tendenza del Napoli di Mazzarri, anche meno recente, è quella di soffrire i trequartisti: Cossu sarà in tal senso un problema su cui riflettere, e se la difesa a tre non è in grado da sola di reggere su troppi fronti, occorrerà una marcatura speciale da parte di Behrami che dovrà seguirlo a vista, data anche la mobilità piuttosto variabile del fantasista. Senza contare che lo stesso Sau è una punta veloce, là dove al Napoli, assente Campagnaro, mancano difensori rapidi. Probabile dunque che anche Maggio e Zuniga saranno chiamati a dare una mano dietro.

MIGLIORARE LA MANOVRA – Al di là della discutibile scelta di Mazzarri di non convocare il giovane Novothny e lasciare tutto il peso offensivo sulle spalle leggere di Insigne e Vargas (il cileno persino in panca), per dare buon esito alle proprie azioni offensive il Napoli dovrà prima di tutto recuperare qualità nella manovra. Tanto il palleggio (troppo impreciso) quanto le accelerazioni (solo a brevi fiammate) da un po’ di tempo a questa parte non hanno  prodotto il tipo e la mole di calcio a cui gli azzurri avevano abituato. L’impiego di Dzemaili accanto a Hamsik potrebbe garantire migliore circolazione del pallone e più produttività sulla trequarti, ma per segnare senza un centravanti occorrerà favorire gli inserimenti fra le linee, cercando di sorprendere la retroguardia cagliaritana in velocità. Un tipo di gioco che dovrebbe ricordare la vecchia Roma di Spalletti, che era in grado di segnare senza punte, ma tutto dipenderà dallo stato di forma e dall’ispirazione del gruppo: stavolta occorrerà davvero il massimo sforzo per fare risultato pieno.

A cura di Lorenzo Licciardi

 

 

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