NAPOLI – Il paradiso è in quello scenario che si staglia all’orizzonte e le luci e lo sciacquettio delle onde acuiscono le suggestioni: Napoli è una cartolina struggente, una gouaches nella quale immergersi per intero e aspettando che sorga l’alba d’un nuovo giorno, e in lontananza s’intraveda Capri e ci si lasci rapire dal panorama assolato, il profumo inebriante della salsedine ha un suo potere ammaliante. Le 20.47 ed è un vociare, un coro che s’ingrossa e diviene eco: «Benitez è atterrato». E mentre intorno l’attesa va ingrossandosi, la fantasia decolla e conduce nell’Olimpo d’un calcio in cui approda quel señor pluridecoratosi sotto ogni latitudine, il soggetto d’un desiderio d’autorevolezza internazionale da costruire intorno al carisma ch’emerge a vista d’occhio e che s’è percepito in quel «posta e risposta» attraverso un sito preso d’assalto.
SI PARTE – Via Caracciolo, le prime ombre della sera e un viavai controllato (attraverso l’embargo delle notizie) e però frenetico, eccitato d’un centinaio di tifosi che passeggiano verso il «Vesuvio», l’angolio chic nel quale Aurelio De Laurentiis e la signora Jacqueline attendono Benitez per dargli il benvenuto, per accompagnarlo con la moglie Maria de Montserrat a cena da quella terrazza che domina il Golfo e ti costringe a studiarlo: «Voglio scoprirla tutta». Il calcio verrà dopo, nel pomeriggio di oggi, a partire dalle diciassette, con una conferenza stampa che sa d’Evento e per la quale il Napoli s’è concentrato sui particolari più insospettabili.
LO SHOW – Poco meno di novanta giornalisti in una Castelvolturno che così affollata non s’è vista mia: arriveranno – ovviamente – dalla Spagna ma pure dall’Inghilterra e le parabole che domineranno gli spazi serviranno per condurre ovunque, in Francia e in Gran Bretagna (attraverso la Bbc e Canal Plus), ma soprattutto nei cinque Continenti raggiunti attraverso Al Jazeera o Sky Japan o l’Associated Press o la Reuters.
COME ON – Volo privato da Liverpool, con lievissimo ritardo (rispetto alla tabella) nel toccare Capodichino: ma, per annunciarsi, l’uso (in contemporanea con il Napoli) del sito, la foto con la borsa del nuovo club che sottolinea l’imminente partenza verso l’Italia e una nuova avventura professionale, voluta senza tergiversare, lasciandosi conquistare immediatamente da De Laurentiis nel primo contatto londinese, quando il blitz del presidente (e di Chiavelli, l’amministratore delegato, e di Bigon, il direttore sportivo) servì per sgomberare l’estate da ogni dubbio.
LA PRIMA VOLTA – E dunque, alle cinque della sera (a las cinco de la tarde: la «regia» scrupolosa nell’organizzazione di questo 21 luglio indurebbe a pensare ad un omaggio sottinteso per l’allenatore) «nasce» pure pubblicamente il Napoli di Benitez, che verrà presentato da De Laurentiis e che dovrebbe essere accompagnato in questa sua «prima» partenopea dal proprio manager (Manuel Garcia Quilon) e dal suo «secondo», Fabio Pecchia, che ritrova la maglia della propria giovinezza.
IL PROGRAMMA – Il Napoli ha scelto la cautela, ha lasciato che Benitez venisse prelevato da un’uscita secondaria dell’aeroporto, ha eretto un bunker per alimentare l’attesa intorno a questo 21 giugno, l’inizio dell’estate e anche di un’altra calcistica, attraverso la quale «internazionalizzarsi» ulteriormente. Menù della giornata: stamani, l’inevitabile perlustrazione di Castelvolturno da parte del tecnico; pranzo probabilmente nell’albergo che ospiterà poi la squadra in ritiro; alle diciassette, s’alzerà il sipario per il Benitez-day che si concluderà sempre su via Caracciolo, per godersi la «sua» Napoli e addormentarsi in quell’incanto naturale. Le notti son fatte per sognare, señor.
La Redazione
G.D.
Fonte: Corriere dello sport
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