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A Bergamo sfida difficile, può passare solo un grande Napoli

Trasferta insidiosa ma non ci si può accontentare del pari

Ancora un turno infrasettimanale di quelli poco graditi a Mazzarri, che non ama preparare le partite con poco tempo e con la fatica nelle gambe dei suoi. Dopo il Chievo, un altro avversario simile: l’Atalanta, una formazione prudente e ben messa in campo.

Proprio come il Chievo, anche i bergamaschi di Colantuono rientrano fra le squadre italiane che ormai da qualche anno possiedono una propria identità definita, quella della “provinciale” ordinata e compatta, che sa fare il proprio calcio ma soprattutto chiudersi e proteggere la propria porta. I dati parlano chiaro: i nerazzurri hanno meno di un gol a partita (sette in nove gare) e fin qui il capocannoniere di questa stagione, insieme a Denis, è Cigarini a due reti. Segna poco e subisce anche poco l’Atalanta, che però non è imperforabile: proprio in casa, non molto tempo fa concesse al Torino ben cinque gol, in uno sciagurato 1-5 che fa un po’ eccezione. I fatti sono che il tecnico Colantuono predilige una squadra accorta, aggressiva, non fortissima in contropiede ma pericolosa sulle palle alte (punto debole proprio del Napoli), grazie alla stazza di Denis e dei difensori che spesso si affacciano in area avversaria.

Fra i nerazzurri hanno recuperato Lucchini, Biondini e Carmona ma dovrebbero finire tutti in panchina. Manca l’ex-napoletano Cigarini per squalifica, come anche Peluso: un bel vantaggio per il Napoli. Ma in campo ci saranno nove degli undici atalantini che vennero a vincere al San Paolo nello scorso aprile, mentre il Napoli di oggi è diverso per sei undicesimi da allora. Fra i titolari azzurri è quasi certo, però, il forfait di Zuniga – toccherà a Dossena – ed è sicuro che mancherà Cavani, nemmeno convocato.
Queste le probabili formazioni:

L’Atalanta, si è detto, è quasi la stessa dell’anno scorso, quando al Napoli concesse un solo punto in due gare. I bergamaschi sanno difendersi bene, grazie a un 4-4-1-1 molto solido, ma allo stesso tempo non hanno nelle ripartenze la loro migliore arma. Bisogna comunque tenere d’occhio Bonaventura e Moralez, entrambi tecnici e veloci, e ovviamente Denis, sempre voglioso di prendersi rivincite. Con la giusta attenzione non dovrebbe essere proibitivo impedire all’Atalanta di segnare, ma non vanno concessi né campo né iniziativa, errore che invece il Napoli, in alcune fasi di black-out, tende a fare in modo troppo generoso (vedere finale di gara contro il Chievo). E l’Atalanta, se ha il tempo e la calma di imbastire un’azione, sa come colpire.

Dall’altra parte, bisognerà pure pensare a come sfondare le barriere nerazzurre, per giunta in uno stadio particolarmente avverso ai napoletani, non meno di quello di Torino. Il mancato rientro di Cavani è un handicap non indifferente, perché in sua assenza i problemi di finalizzazione sono evidenti, a dispetto di una buona quantità di azioni costruite. Da verificare anche la condizione di Dossena, apparsa fin qui precaria: a sinistra servirà una mano da Hamsik, per contribuire alla manovra offensiva. Anche Maggio deve dimostrare maggiore continuità e soprattutto ritrovarsi negli ultimi metri prima della porta, dove ha fallito fino ad oggi molte ghiotte occasioni. Inler è apparso in forma e sarebbe auspicabile un atteggiamento simile a quello avuto contro il Chievo: lo svizzero era posizionato molto alto non solo nel pressing, ma anche nella fase di possesso, costringendo gli avversari ad arretrare e trovando buoni spazi per le conclusioni.

I mezzi per vincere, il Napoli li possiede. Fin qui è stato tradito solo da se stesso, esibendo prestazioni un po’ altalenanti da parte dei calciatori e scelte tattiche talvolta discutibili da parte del tecnico. La lotta per i primi posti si sta definendo e diventa più combattuta: attualmente una corsa a tre con Juventus e Inter, e il Napoli non può permettersi di perdere terreno.

A cura di Lorenzo Licciardi 

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