NAPOLI – Le scene saranno quelle di sempre. Le solite di ogni spogliatoio quando arrivano giocatori nuovi. Strette di mano, qualche battuta per smorzare la tensione, uno scherzo subito per fare gruppo, e poi scarpette, maglie e tute da misurare. Aspettando il sarto per la divisa. Accadrà così anche stamattina. Probabile. Ghoulam ed Henrique attesi. Pure se poi ci saranno di sicuro altre carte bollate da firmare, valigie da recuperare, piccole grandi cose da sistemare e agende da aggiornare. E allora, il campo, soprattutto quello. Il giorno di riposo concesso ieri da Benitez ha di fatto cancellato la notte di Coppa. Ci sarà tempo per pensarci. Si riprende insomma, ed è già campionato. «Abbiamo perso punti con Bologna e Chievo. Dovevamo categoricamente vincere. I pali e la sfortuna non possono essere una scusante». Parla Hamsik sul suo sito ufficiale e sembra far l’eco nello spogliatoio. Il capitano per tutti. La voce, la guida, l’orientamento. E quindi rimpianti e voglia di riscatto. Tre pareggi nelle ultime cinque partite, quattro punti in meno rispetto alle prime due del girone andata e nove, addirittura, quelli persi al San Paolo con Sassuolo, Parma, Udinese e Chievo. Atalanta nella testa. Atalanta e nulla più. E perciò Pier Paolo Marino, il tanque Denis e quel Cigarini che col Napoli trova sempre motivazioni particolari.
Ne sa qualcosa Callejon. Furono scintille in Coppa Italia. Si ritroveranno. Intensità, ritmo, compattezza, equilibrio. Per due ore Benitez insisterà sui suoi concetti. Metodi, idee e filosofia chiara, con le pettorine girevoli e di conseguenza ingannevoli. Tutti titolari, potenzialmente. Quasi tutti. Behrami e Zuniga non ancora, lo diventeranno. Lo svizzero presto, il colombiano quanto prima. Lavoro differenziato per entrambi. A parte. Tabelle, sensazioni e speranze personalissime. Date per il rientro, da fissare. Per prudenza. E allora gli altri. Per ora. Coi dubbi, le possibilità di giocare e le incertezze tipiche di ogni vigilia. Primo allenamento stamattina e primissime indicazioni. Reina tra i pali l’ipotesi numero 1. E’ rientrato, sta bene e il flessore non gli dà più noie. Gioca lui. Dovrebbe. Poi Fernandez. Più di Britos che è influenzato. E Albiol, lui sicuro: 2378 minuti giocati, già più di quanto nelle ultime due stagioni col Real Madrid. Deve gestire fatiche e stress. Centrali obbligati o quasi, Maggio a destra, Revéillère a sinistra: intoccabile per adesso. Armero è in uscita, e il tempo di Ghoulam verrà. Difesa fatta, centrocampo immaginabile. Jorginho, questo Jorginho, sembra già fondamentale. Ha personalità e piedi buoni. E con lui s’è visto il miglior Inler dell’ultimo periodo. Dzemaili è però pronto e chi sta fuori scalpita. Qualcuno freme, qualche altro si scalda. Mertens c’è: panchina con la Lazio, titolare a Bergamo. L’alternanza con Insigne è storia di questo campionato. Pure perché Callejon non tira mai il fiato e Hamsik sembra tornato padrone di una maglia. Pandev resta un’opzione, Higuain l’assoluta certezza. Anche se prima o poi una pausa dovrà prendersela anche lui. Atalanta-Napoli. Tanque contro Pipita. Passato, presente e futuro azzurro; argentini tutti e due; bomber di razza e insostituibili.
Fonte: Corriere dello Sport
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